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LA “QUERELLE” SUL MAPPING DI PIAZZA DEI SIGNORI

BERTIN (PRESIDENTE ASCOM PADOVA): "SPERO VIVAMENTE CHE TOLGANO IL DIVIETO, COSI’ DA TRASFORMARLO IN UN LANCIO PUBBLICITARIO PER UNA CITTA’ CHE, PURTROPPO, SI RISCOPRE PROVINCIALE A CAUSA DEGLI SCHIERAMENTI “A PRESCINDERE”"
“Una politica poco incline a valutare le cose per quello che sono e pregiudizialmente schierata “a prescindere” è sicuramente alla base di quanto sta accadendo ma non vorrei che l’intervento della Sovrintendenza che ha bloccato la bella idea di proiettare, con corredo di carillon, le immagini sul Palazzo del Capitano in piazza dei Signori, fosse frutto della consueta idiosincrasia di qualche residente che non appena viene in qualche maniera “turbata” la sua tranquillità, si mette in moto e grazie a qualche buon contatto e, talvolta, grazie a qualche cavillo degno del miglior Azzeccagarbugli, riesce a bloccare tutto. Fatto salvo poi lamentarsi se a piazza deserta corrisponde invasione dei pusher”.
Non le manda certo a dire il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, “decisamente sorpreso” dello stop imposto dalla Sovrintendenza ad uno spettacolo che in questi giorni anima piazza San Pietro più dell’Angelus di Papa Francesco, ma si può ammirare a Praga, nel Palazzo Vescovile di Bressanone e in tanti altri luoghi “che elencare – continua Bertin - non farebbe altro che aumentare la nostra rabbia”.
"Si è cominciato con lo stigmatizzare la sponsorizzazione da parte dell’Alì - sottolinea il presidente dell'Ascom - che invece va solo ringraziata per essere intervenuta economicamente per dare a Padova un'opportunità di appeal in più e adesso si arriva addirittura a sospendere uno spettacolo di luci e suoni quasi che le proiezioni danneggiassero irreparabilmente il palazzo dove possono essere ammirate".
La chiusura di Bertin è dettata dall’amarezza.
“Purtroppo – conclude il presidente dell’Ascom – la miope visione che continua a fare di Padova una piccola città di provincia, si conferma in questa “querelle” che a questo punto speriamo funga da moltiplicatore pubblicitario nel caso (ed è ciò che mi sento di auspicare vivamente) il divieto al “mapping” dovesse cadere alla luce di una più attenta e moderna visione del fare marketing turistico”.

 

Padova, 14 dicembre 2015