Home

IMU:UN SALASSO PER GLI ALBERGATORI

alberghi natale

PER LE IMPRESE ALBERGHIERE PADOVANE UN SALASSO CHE VALE CIRCA 10 MILIONI DI EURO!
MONICA SORANZO, PRESIDENTE DI PADOVA HOTELS ASCOM: “SIAMO APERTI SOLO PER PAGARE LE TASSE”

Alberghi aperti per le festività natalizie, ma aperti solo per pagare le tasse.
La scadenza dell’IMU mette a nudo una situazione che definire drammatica, per quanto attiene al settore ricettivo, non è assolutamente fuori luogo. Anzi.
“Tra Imu, imposta di soggiorno, costo del personale ed asporto rifiuti – commenta Monica Soranzo, presidente di Padova Hotels, la sigla che contraddistingue gli albergatori dell’Ascom Confcommercio di Padova – le nostre imprese sono sottoposte ad un fuoco di fila che, se abbinato alla costante riduzione del prezzo delle camere, non lascia scampo e vedrà la chiusura di più di un esercizio”.
Che sia una tempesta di tasse quella che si sta abbattendo sulle imprese turistico-ricettive italiane, proprio in un’annata come l’attuale che avvia a chiudersi con un -6% di clientela italiana ed almeno un -10% di fatturato, è cosa assodata.
“Il problema – continua la presidente degli albergatori padovani dell’Ascom – è che nessuno sembra rendersi conto che il turismo è essenziale per questo Paese e non è pensabile che dai necessari investimenti vengano drenate risorse le cui cifre spaventano solo a riferirle”.
Ma riferirle, oltre che necessario, è anche istruttivo.
Prendiamo l’Imu relativa agli alberghi. In provincia di Padova, secondo uno studio diffuso oggi da Federalberghi, è passata dai 5.647.079 euro del 2010 (quando si chiamava Ici) agli stimati 8.717.678 euro (se l’aliquota applicata è quella dello 0,76%) ma addirittura agli oltre 12 milioni di euro (se l’aliquota fosse quella dello 1,06%). Visto che in “medio stat virtus”, diciamo che l’Imu, per gli albergatori padovani, inciderà per circa 10 milioni di euro!

“Per fortuna – continua la responsabile di categoria dell’Ascom – solo Padova ha alzato l’aliquota all’1,02%, ma è anche vero che, se si escludono le terme, è proprio il comune capoluogo quello dove insiste il maggior numero di strutture ricettive”.
Il rischio, nemmeno tanto remoto, anzi attualissimo, è quello che per alimentare le bucate casse dello Stato si metta a repentaglio un comparto che, in Italia, vale 83 miliardi di euro di valore aggiunto ed il 6 per cento del Pil.
“Alla vigilia delle dimissioni del Governo Monti, - conclude Monica Soranzo – allo scioglimento anticipato delle Camere e all’avvio della campagna elettorale, non possiamo non stigmatizzare il fatto che le imprese ricettive italiane rischino un default di massa, un default che, giocoforza, intaccherebbe anche le strutture padovane già in difficoltà visto che, nell’arco dell’ultimo quadriennio, pur di restare sul mercato, hanno ridotto i prezzi delle camere anche del 20 per cento col risultato, per ciò che attiene ai bilanci, di procedere a vista”.
Va da sé, pertanto, che ogni nuova imposizione (e l’Imu sembra essere una di quelle più invasive) rischi di rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso. Detto più chiaramente: che fa chiudere le imprese!

PADOVA 18 DICEMBRE 2012