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L’IMU PARZIALMENTE DEDUCIBILE DAL REDDITO D’IMPRESA.

imu2013

PATRIZIO BERTIN (VICEPRESIDENTE ASCOM PADOVA): “MEGLIO DI NIENTE, MA L’IMU SUGLI IMMOBILI PRODUTTIVI RESTA PUR SEMPRE UNA TASSA SUL LAVORO E LA MANCANZA DI LIQUIDITA’, A CAUSA DELLE TASSE, DANNEGGIA UN PAESE COME IL NOSTRO DOVE I CONSUMI SONO SOPRATTUTTO INTERNI

Non esattamente quello che auspicavano, ma comunque qualcosa.
“Purchè nel passaggio tra Senato e Camera non intervengano fatti nuovi a vanificare un primo, seppur parziale risultato della nostra pressione sul Governo”.
Patrizio Bertin, vicepresidente vicario dell’Ascom Confcommercio di Padova, accoglie con moderata soddisfazione la notizia che il Senato, nel maxiemendamento alla legge di stabilità, ha incluso anche la deducibilità dell’IMU che si paga sugli immobili strumentali dal reddito d’impresa nella misura standard del 20% elevata, per l’anno 2013, al 30%.
“Noi – continua Bertin – puntavamo, nell’ordine, all’abolizione dell’IMU “tout court” visto che la tassa sull’immobile d’impresa è una vera e propria tassa sul lavoro; in subordine alla totale detrazione della stessa IMU dal reddito d’impresa. Registriamo invece una detrazione del 20% (quest’anno il 30%) che non è granchè ma è comunque qualcosa di preferibile rispetto a nulla. La speranza sarebbe quella che la Camera aumentasse la percentuale, ma il dubbio atroce è che possa svanire anche quel risicato 20-30%”.
Nello specifico l’IMU relativa agli immobili strumentali è deducibile ai fini della determinazione del reddito d’impresa e del reddito derivante dall’esercizio di arti e professioni nella misura del 20% (per il periodo d’imposta 2013 elevata al 30%), ma non è deducibile ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive.
“Un difficile esercizio di equilibrismo da parte del governo – aggiunge il vicepresidente vicario dell’Ascom Confcommercio – che aiuta certamente un po’ ma non affronta la questione di fondo che è molto semplice: o si consente alle imprese, finalmente sgravate da tasse che non si riscontrano nemmeno nei Paesi Nordici, di rimettere in circolo liquidità e, dunque, si rilanciano i consumi, o la crisi non potrà essere superata né il prossimo anno né nel 2015. Il governo deve rendersi conto che questo è un Paese che ha soprattutto consumi interni ed il continuo calo dei consumi corrisponde ad un avvitamento della crisi su se stessa”.

“Purtroppo – conclude Bertin – avevamo auspicato che la tredicesima di dicembre potesse essere detassata in modo da dare alle famiglie quei 200/300 euro che avrebbero potuto cambiare un po’ le sorti delle vendite di Natale. Così invece rischiamo festività un po’ in sordina e se consideriamo che il periodo delle feste è quello che pesa per la percentuale maggiore sui bilanci delle imprese, è facile anticipare che più di qualcuno finirà in un “rosso” che può preludere all’abbandono del mercato”.

 

PADOVA 28 NOVEMBRE 2013