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L’ABOLIZIONE DEI VOUCHER CREA UN VUOTO LEGISLATIVO DI DIFFICILE SOLUZIONE

BERTIN (ASCOM): “AL FORUM DI CONFCOMMERCIO GENTILONI CI HA DETTO CHE PROVVEDERA’, MA INTANTO LE IMPRESE CI CHIAMANO AL RITMO DI DIECI TELEFONATE AL GIORNO”
Dieci casi al giorno.
“E’ il numero di quesiti su come risolvere il problema dei voucher che riceviamo mediamente ogni giorno – rivelano all’Ascom – e questo la dice lunga sul vuoto legislativo che si è venuto a creare con l’abolizione, per decreto, del sistema che regolava il lavoro occasionale”.
Una questione, quella dei voucher, che è stata al centro dell’intervento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli che al Forum di Cernobbio, di fronte al premier Gentiloni, ha parlato di “incidente di percorso” che non è piaciuto per nulla al mondo del terziario.
“Sangalli – sottolinea il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, presente al Forum – ha usato parole molto diplomatiche ma la sostanza era di chiaro fastidio nei confronti di un provvedimento che sta mettendo in seria difficoltà non chi ne ha abusato (e che ha già provveduto a ritornare al nero) quanto piuttosto chi coi voucher cercava di rendere regolare ciò che oggettivamente è difficile regolamentare”.
Il Presidente del Consiglio ha ribattuto che, togliendo di mezzo il referendum sui buoni lavoro, “il governo ha semplicemente deciso di evitare all’Italia mesi di scontro ideologico e costoso per di più attorno a uno strumento il cui uso era effettivamente andato anche oltre gli obiettivi iniziali per i quale era stato immaginato”.
Ma più che la difesa d’ufficio da parte di Gentiloni, alla platea dei rappresentanti di Confcommercio è interessato apprendere che il governo “risponderà all’esigenza di una regolazione seria e diversa per il lavoro saltuario e occasionale”.
Una regolazione che avrebbe però bisogno di essere adottata rapidamente.

“Anche in questo caso – continua Bertin – va rilevato che la stragrande maggioranza degli operatori non ha fatto incetta di voucher che, come noto, saranno validi fino a fine anno. Questo significa che non è quello del 31 dicembre l’obiettivo temporale entro il quale mettere mano alle norme, ma serve un’azione immediata peraltro molto difficile visto che prima bisognerà comunque attendere il giudizio della Corte Costituzionale che dovrà cassare definitivamente il referendum”.
A questo punto cosa deve fare il piccolo imprenditore che comunque non ha nessuna intenzione di uscire dal seminato delle regole?
“In verità – spiegano all’ufficio gestione del personale dell’Ascom dove arriva la decina di casi giornalieri – ha poche alternative e soprattutto costose. Infatti le possibili tipologie contrattuali da utilizzare come “piano B” ai buoni lavoro per regolarizzare i rapporti di lavoro occasionale sono i contratti di somministrazione, le collaborazioni coordinate e continuative e il lavoro intermittente per il quale, comunque, è necessario che il datore di lavoro sia in possesso del documento di valutazione di rischi regolare .
“Soluzioni limitate e non agevoli – conclude Bertin – che poco si prestano ad essere utilizzate da chi, magari per un picco di lavoro improvviso, riusciva coi voucher ad offrire un’occasione di lavoro comunque regolare. Oggi tutto questo non è più possibile perché al posto di cercare di eliminare le storture (che nessuno nega ci siano state) si è preferito togliere di mezzo tutta la normativa. In termini di responsabilità della classe politica, non di certo un bell’esempio!”

 

Padova 5 aprile 2017