Studi di settore: SentenzaCon Sentenza 14 settembre 2016, n. 18082, la Corte di Cassazione è intervenuta in merito alla validità dell'accertamento basato sugli studi di settore.In particolare, nel caso di specie, i giudici hanno chiarito che è legittimo l'accertamento effettuato nei confronti di un'impresa edile che giustifica i minori ricavi dichiarati rispetto a quelli presunti di GERICO a causa di una non comprovata generica crisi del settore e della sospensione di alcuni lavori già iniziati. |
Licenziato il "finto malato" sulla base delle prove fornite dall'investigatore privatoLa Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 18507 del 21 settembre 2016, ha cristallizzato due importanti principi: in primo luogo, che il lavoratore che si finge malato e poi svolge lavori pesanti per conto proprio può essere licenziato e, in secondo luogo, che al fine di provare la "finta malattia" possono essere utilizzate le prove fornite da un investigatore privato ingaggiato ad hoc.Nel caso in specie, un autista si era dato per malato per una lombalgia, ma l'agenzia investigativa assunta dal datore di lavoro per verificare l'attendibilità di tale motivazione ha portato al datore immagini e video nei quali si dimostrava che il lavoratore in questione, nel periodo di malattia, stava in realtà eseguendo lavori pesanti in casa di tipo edile: i giudici della Corte Suprema hanno precisato che il divieto imposto dall'articolo 5 della Legge n. 300/1970 non preclude al datore di lavoro la possibilità di "accertamenti di circostanze di fatto atte a dimostrare l'insussistenza della malattia o la non idoneità di quest'ultima a determinare uno stato di incapacità lavorativa e, quindi, a giustificare l'assenza". Il licenziamento, pertanto, risulta legittimo. |
Subordinazione se utilizzo dei mezzi aziendali e rispetto degli orari come gli altri dipendentiSecondo la Corte di Cassazione sussiste un rapporto di lavoro subordinato e non di natura autonoma, qualora dalle deposizioni testimoniali emerga che il lavoratore è tenuto al rispetto di orari di lavoro identici a quelli degli altri dipendenti ed utilizza mezzi e strumenti del datore di lavoro.Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 18502 del 21 settembre 2016, ha dichiarato illegittimo il provvedimento espulsivo nei confronti della lavoratrice incinta, che è stata licenziata quando ha richiesto di poter svolgere la propria attività con modalità diverse, quali il telelavoro o con orario ridotto, il che dimostra l'esistenza dell'eterodirezione e non di un rapporto di consulenza. |