Home

DAL 1° LUGLIO LA TRACCIABILITA’ DEGLI ACQUSITI SOPRA 3600 EURO.

scontrino

IL PRESIDENTE DELL’ASCOM, FERNANDO ZILIO: “UN NUOVO OBBLIGO BUROCRATICO CHE NON SCOVERA’ UN SOLO EVASORE!”
E’ una delle novità fiscali di questo avvio d’estate ma, anche se non ha ancora avuto modo di dispiegare i propri effetti (lo farà solo dal 1° luglio), sta già creando apprensione nei commercianti,.soprattutto di alcuni settori.
Con l’avvio del mese, infatti, entra in vigore l’obbligo di comunicare telematicamente al fisco le operazioni di vendita documentate da scontrino o ricevuta fiscale il cui importo sia pari o superiore a 3.600 euro.
Tecnicamente: il commerciante che emetterà un documento (scontrino, fattura, ecc.) che superi tale limite dovrà richiedere al cliente il codice fiscale da inviare, insieme agli estremi dello scontrino, all’Agenzia delle Entrate.
“L’ennesimo nuovo obbligo – commenta il presidente dell’Ascom, Fernando Zilio – che non raggiungerà di certo gli obiettivi che si prefigge (fornire all’Amministrazione dello Stato elementi per valutare le capacità di reddito dei contribuenti), ma che peserà su determinate categorie di commercianti sia per gli aspetti di carattere burocratico, che per quelli, per così dire, di carattere “relazionale” con i propri clienti”. 
Ed in effetti, in queste settimane, di problemi relativi all’applicazione pratica del provvedimento, ne sono venuti fuori a iosa nei discorsi dei tecnici tributari e nelle riviste specializzate di settore.
“La nostra preoccupazione – continua Zilio – per una volta non è correlata al fatto che la categoria commerciale sia sotto la lente come potenziale soggetto evasore, ma riguarda principalmente la possibilità che il cliente si rifiuti di fornire il codice fiscale o ne fornisca, volutamente o meno, uno sbagliato. In quel caso cosa succede? Si imputerà al commerciante, che non c’entra nulla, una qualche responsabilità “oggettiva” che peraltro la legge non determina?”
Un esempio tra i tanti. Ma se ne potrebbero fare a bizzeffe, alcuni con evidenti risvolti persino boccacceschi!
E se l’acquirente è straniero? Cosa peraltro non proprio astrusa in una città anche come Padova che cerca di proporsi come meta turistica di eccellenza europea? In quel caso i dati da richiedere sono: cognome e nome, luogo e data di nascita, domicilio all’estero.
“I nostri uffici – aggiunge il presidente dell’Ascom – stanno fornendo informazioni anche dal punto di vista squisitamente operativo. Il nostro consiglio è infatti quello di fare copia dello scontrino o della ricevuta fiscale, copia del codice fiscale o del documento del cittadino straniero e di tenere tutto agli atti, fornendone copia a chi segue la contabilità dell’azienda”.
Naturalmente, visto che la tracciabilità è garantita in altro modo, dall’ obbligo di comunicazione sono escluse le cessioni il cui pagamento venga effettuato tramite carte di credito, di debito o prepagate emesse da operatori finanziari residenti o con stabile organizzazione in Italia.
“La domanda delle domande – conclude Zilio – è però un’altra: in tempi di chiari di luna come quelli che stiamo attraversando (e non deve trarre in inganno il dato odierno dell’Istat che vede i consumi crescere, ad aprile, del 2,5% ma con la Pasqua di mezzo) anche un obbligo di questo tipo può contribuire a ridurre i consumi. In ultima analisi: la nostra impressione è che il provvedimento altro non sia se non l’ennesima “grida manzoniana” che finirà per gravare di obblighi e costi i commercianti e non raggiungerà certamente l’obiettivo di cogliere in fallo i veri evasori che, magari, l’acquisto costoso, saranno incentivati a farlo a Nova Gorica o a San Marino. Non c’è che dire: un bell’incentivo all’economia nazionale!