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EFFETTO TASSA DI SOGGIORNO:

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GIA’ ARRIVATE LE PRIME DISDETTE AGLI ALBERGHI PADOVANI DA PARTE DEI TOUR OPERATOR. 
IL PRESIDENTE DELL’ASCOM, FERNANDO ZILIO: “IN BALLO IL 30% DELLE PRESENZE E, QUINDI, PER CONSEGUENZA, RISCHIO OCCUPAZIONE”

“Ciò che temevamo si è puntualmente verificato”.
Fernando Zilio, presidente dell’Ascom Confcommercio ha sul tavolo le e-mail trasmesse alla segreteria di Padova Hotels da un paio dei principali alberghi cittadini.
“Ci scrivono – riferisce amaramente il presidente – che i tour operator non hanno aspettato di conoscere la data di applicazione della tassa di soggiorno: hanno già provveduto a dirottare su altre località la loro clientela. Esattamente quello che due giorni fa, all’annuncio da parte dell’amministrazione municipale di voler applicare la nuova tassa, aveva paventato la nostra presidente degli albergatori Monica Soranzo. Adesso che la decisione è stata presa, temo possa essere difficile anche tornare indietro”.
Difficile, ma forse non impossibile. 
“Purtroppo – aggiunge Zilio - questo è il risultato di un “federalismo a metà” che sta creando più danni che soluzioni e che consente ai comuni di aumentare le tasse locali senza che a livello nazionale si sia diminuito il carico fiscale che, nelle idee di Tremonti, potrebbe essere ulteriormente appesantito da una maggiorazione dell’Iva che, per gli alberghi, è già adesso doppia rispetto a quella della Francia. Per tutti questi motivi l’aggravio derivante da una nuova tassa, mentre a gran voce cittadini e operatori economici chiedono la riduzione della pressione fiscale, finisce per affossare ancora di più un settore, qual è quello turistico, che deve fare i conti con una concorrenza internazionale sempre più agguerrita. Ma se con quella siamo disposti a confrontarci, con la concorrenza interna diventa alquanto difficile giocare alla pari”.
La preoccupazione dunque è grande.
“Un’analisi dei nostri albergatori – aggiunge ancora il presidente dell’Ascom – ha individuato che fatto 100 le nostre presenze turistiche, 60 sono rappresentate dal turismo d’affari, 30 dal turismo di gruppo (quindi in capo ai tour operator) e 10 dal turismo, per così dire, vero e proprio. Tradotto: i nostri alberghi rischiano il 30 per cento di camere occupate in meno!”
Il che, per molte strutture, potrebbe significare problemi di bilancio e, conseguentemente, di occupazione.
“E’ vero – ammonisce Zilio – che prelevare dalle tasche del turista significa non prelevare dalle tasche dei cittadini, ma ammesso e non concesso che il turista paghi senza fiatare (ed in caso contrario sarà l’albergatore a dover mettere mano al portafogli?), siamo sicuri che il “costo sociale” non finirà per essere negativo?”
Insomma, tanti interrogativi. Non ultimo quello che riguarda la tempistica.
“Per la legge – conclude il presidente dell’Ascom – una tassa nuova non può che partire dall’anno successivo. Se i tempi non saranno rispettati la nostra Federalberghi ha già fatto sapere che si opporrà in tutte le sedi”.