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IL PATI DEI COMUNI PADOVANI ANTIDOTO CONTRO VENETO CITY.

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IL PRESIDENTE DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA, FERNANDO ZILIO: “SE NON LA FERMEREMO L’IPOTIZZATA MEGA STRUTTURA PORTERA’ ALLA MORTE DEL TESSUTO URBANO E COMMERCIALE PADOVANO”
“Condivido l’idea del vicesindaco Ivo Rossi: per Padova servono grandi progetti di rigenerazione urbana, ma soprattutto va detto una volta per tutte che il Veneto non è più in grado di sopportare altra urbanizzazione. In questo senso la Regione ha grandi responsabilità, a cominciare da quel Veneto City che rischia di diventare il nostro “miglio verde” verso la camera a gas, ovvero verso la morte di un tessuto urbano e commerciale che non ha certo bisogno di nuovo cemento steso a profusione. Fossimo ancora cittadini della Serenissima Repubblica, credo che per i fautori, visto il danno ambientale che di certo Veneto City causerà, non ci sarebbero altri che i Piombi”. 
Dopo averlo definito “un grande imbroglio” perché i 7 mila posti di lavoro evocati ne farebbero perdere, se l’insediamento fosse solo commerciale, ben 28 mila, Fernando Zilio, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, torna a sottolineare i rischi della mega struttura prevista nelle campagne di Pianiga – Dolo. Ed, anzi, proprio per contrapporre al “city mostro” la realtà urbana del padovano, mette sul piatto l’esigenza di far fruttare l’accordo del Pati. 
“Nei giorni scorsi – continua il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – ho inviato una lettera alle amministrazioni dei comuni padovani che concorrono al Pati per congratularmi. Vedere superati, infatti, i vecchi steccati campanilistici aiuta ad individuare nuove linee di sviluppo per il futuro. Uno sviluppo che, per ciò che ci riguarda, non può basarsi sulle colate di cemento che sottraggono terreno alle campagne e sono foriere di nuove, grandi alluvioni, ma devono invece correre sul binario del recupero dell’esistente visto che, di esistente, ce n’è molto”.
A cominciare da quella zona industriale di Padova che, dopo l’abbandono da parte dell’industria, sempre più vocata alla delocalizzazione, necessita di un intervento ragionato.
“Purtroppo – aggiunge Zilio – rischiamo, anche in questo caso, di essere superati dagli eventi. L’insediamento diffuso dei cosiddetti “China Ingross” che hanno tutto di “China” ma niente di “ingross”, visto che praticano un commercio al dettaglio fuori di ogni regola, conferma come la programmazione non possa essere lasciata al caso”.
Infine un “richiamo forte” al ruolo della politica che, nel giudizio di Zilio, sembra essere costantemente “in altre faccende affaccendata”.
“Purtroppo rischio di ripetermi – conclude il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – ma Veneto City è la cartina di tornasole di due cose semplici che però aiutano a capire l’Italia ripiegata su se stessa. La prima è che i politici dimostrano un’insensibilità totale verso i piccoli imprenditori (e nel Veneto questo mi sembra ancora più grave visto che il nostro sviluppo, negli ultimi 40 anni, ha avuto i “piccoli” quali protagonisti indiscussi, quasi unici); la seconda è che la stessa politica è celere nell’approvare i progetti dei cementificatori e lenta, debole e rinunciataria quando invece si parla di vere infrastrutture che dovrebbero servire allo sviluppo. In altre parole: favorire l’interesse di pochi sembra più importante che salvaguardare l’interesse di tutti”.


28 LUGLIO 2011

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