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MEDIATORI CREDITIZI FUORI DAL MERCATO DEL CREDITO

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E, RIGUARDO LA CEDOLARE SECCA SUI REDDITI DA LOCAZIONE, I DUBBI DI UNA TASSAZIONE NON IN LINEA CON QUELLA FINANZIARIA.
DAL CONVEGNO DELLA FIMAA ASCOM E DELL’UPPI IN FIERA CAMPIONARIA QUALCHE ACCENTO POLEMICO SULLE SCELTE DI POLITICA ECONOMICA E LA GARANZIA DI UN’AZIONE IN PRESSING
Non solo la spada di Damocle degli “accertamenti-fast” sulla testa dei contribuenti. Dal prossimo luglio, infatti, anche la figura del mediatore creditizio, almeno così com’è configurata al momento, finirà per essere immolata sull’altare del rigore (tutto da dimostrare) del Ministero delle Finanze.
Lo ha detto, non senza una vena polemica, Sandro Borselli, presidente della Fimaa Ascom di Padova (agenti immobiliari e mediatori) e responsabile nazionale della consulta Fimaa dei Mediatori Creditizi, nel corso del convegno (“Il mediatore a confronto con le novità normative”) svoltosi ieri sera in fiera al PalaAscom. 
Di fronte ad un pubblico molto numeroso di addetti ai lavori, La Fimaa Ascom, di concerto con l’Uppi, l’Unione dei Piccoli Proprietari Immobiliari, ha affrontato sia la questione dei mediatori del credito che quella, di strettissima attualità, della cedolare secca sugli affitti.
Con Borselli e con la sua vice Silvia Dell’Uomo sono intervenuti, in veste di relatori, il responsabile dell’ufficio legale dell’Ascom, Enrico Rizzante; il presidente dell’Uppi, Silvio Barbiero, Claudio Contini, coordinatore della commissione fiscale nazionale dell’Uppi e Andrea Casarini presidente Uppi Bologna.
Da loro, oltre che numerose indicazioni tecniche sull’opportunità rappresentata dalla cedolare secca, anche una valutazione più squisitamente “politica” su un provvedimento che ha fatto il suo esordio solo il mese scorso.
“In Italia – ha detto ancora Borselli – non riusciamo mai ad essere lineari nelle nostre decisioni. Se infatti il reddito da immobile non può che essere un reddito di carattere finanziario, non si comprende perché la cedolare secca si debba attestare al 20 per cento quando il resto dell’universo finanziario è tassato al 12,5!”.
Funzionerà? Difficile dirlo al momento. Dati infatti, vista l’esiguità del tempo intercorso dall’introduzione dell’innovazione, non ne esistono. Appena dall’Agenzia delle Entrate arriveranno informazioni (ed in questo senso il pressing dell’Ascom è garantito) si potrà capire se i proprietari di immobili preferiscono la nuova formula o se rimangono ancorati alla vecchia e se, soprattutto, questo fatto potrà incidere sul valore stesso degli affitti.