
LA LEZIONE DI TORINO di Fernando Zilio*
In tempi di vacche magre il dato fa quasi specie: a Torino, tra marzo e giugno, sono arrivati ben un milione di visitatori!
Si dirà: bella forza, Torino, grazie alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia è tornata “capitale”. Verissimo, ma è altrettanto vero che non basta applicare un’etichetta su un contenitore per giustificare l’interesse di quanti, poi, quel contenitore andranno ad aprire per usufruire del contenuto.
Fuor di metafora: Torino ha sfruttato bene il “vento sabaudo” che ha spirato quest’anno sull’intero stivale (e nonostante le nostre fisime, anche all’estero), organizzando un intelligente mix di eventi culturali, adunate nazionali (gli alpini), manifestazioni sportive (la partenza del Giro d’Italia).
Le Officine Grandi Riparazioni e la Reggia di Venaria con le grandi mostre di “Esperienza Italia” sono state la calamita che ha portato nel capoluogo piemontese centinaia di migliaia di turisti, ma di sicuro non avrebbero fatto registrare il record di cui sopra se non fossero state “accompagnate” dalle mille opportunità offerte ai visitatori: il Museo Egizio, il rinnovato Museo del Risorgimento, il nuovo Museo nazionale dell’Automobile, Palazzo Madama e la ricostruzione dell’aula del Senato, la Mole Antonelliana ed il Museo del Cinema, Palazzo Reale e la Pinacoteca Agnelli. Il tutto condito da un corollario di iniziative che hanno fatto da volano all’aumento delle presenze.
Un piccolo esempio, in tal senso e che ci riguarda da vicino, può essere esemplificativo di ciò che intendo.
Lo scorso 5 aprile, gli allievi di quella che lo scorso anno era stata la 3^ classe media della scuola Giotto di via del Carmine, sono stati premiati alle Officine Grandi Riparazioni per aver vinto il primo premio del concorso nazionale “Verso il 150° anniversario dell’unità d’Italia: identità nazionale e culture a confronto” con un video della durata di due minuti che i ragazzi avevano realizzato sotto la guida della professoressa Marinella Juvarra e di Michele Silvestrin e con la collaborazione del Comune che aveva “prestato” in veste di attore non protagonista il capo di gabinetto del Sindaco Zanonato, Daniele Formaggio.
Per ritirare il premio, ragazzi e docenti hanno “dovuto” pernottare a Torino (portando incremento alle presenze), ma hanno anche approfittato della trasferta per visitare il Museo Egizio.
Tutto questo per affermare una cosa semplice, ma non banale: il turismo ha bisogno sì di monumenti (e Padova li ha), ha bisogno sì di eventi (e qualcosa Padova ce l’ha), ma ha bisogno soprattutto di coordinamento.
Senza coordinamento, infatti, Il Santo resterà sempre un approdo di fede “tocca e vai”, il Pedrocchi un locale come un altro per una pausa caffè, la Cappella degli Scrovegni un monumento straordinario ma sempre più isolato in un’area che scivola verso il degrado.
Si dice che per risolvere i problemi bisogna prima averne coscienza. Ebbene, Padova, forse, sta prendendo coscienza di tutto questo e, nel suo piccolo, persino la “Notte dei Saldi” ha detto qualcosa sull’importanza del coordinamento.
Coordinamento che è alla base di quella DMO (Destination Marketing Organisation) che Camera di Commercio, categorie economiche ed istituzioni hanno deciso di porre a capo di un progetto complessivo in grado, si spera, di fare di Padova una città turistica di respiro europeo.
Quel respiro continentale che, per Padova, non sarebbe una novità. Quando Giotto dipingeva su commissione del buon Degli Scrovegni, Padova era una capitale europea della cultura. Può tornare ad esserlo e Torino, in questo senso, “docet”.
Si dirà: bella forza, Torino, grazie alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia è tornata “capitale”. Verissimo, ma è altrettanto vero che non basta applicare un’etichetta su un contenitore per giustificare l’interesse di quanti, poi, quel contenitore andranno ad aprire per usufruire del contenuto.
Fuor di metafora: Torino ha sfruttato bene il “vento sabaudo” che ha spirato quest’anno sull’intero stivale (e nonostante le nostre fisime, anche all’estero), organizzando un intelligente mix di eventi culturali, adunate nazionali (gli alpini), manifestazioni sportive (la partenza del Giro d’Italia).
Le Officine Grandi Riparazioni e la Reggia di Venaria con le grandi mostre di “Esperienza Italia” sono state la calamita che ha portato nel capoluogo piemontese centinaia di migliaia di turisti, ma di sicuro non avrebbero fatto registrare il record di cui sopra se non fossero state “accompagnate” dalle mille opportunità offerte ai visitatori: il Museo Egizio, il rinnovato Museo del Risorgimento, il nuovo Museo nazionale dell’Automobile, Palazzo Madama e la ricostruzione dell’aula del Senato, la Mole Antonelliana ed il Museo del Cinema, Palazzo Reale e la Pinacoteca Agnelli. Il tutto condito da un corollario di iniziative che hanno fatto da volano all’aumento delle presenze.
Un piccolo esempio, in tal senso e che ci riguarda da vicino, può essere esemplificativo di ciò che intendo.
Lo scorso 5 aprile, gli allievi di quella che lo scorso anno era stata la 3^ classe media della scuola Giotto di via del Carmine, sono stati premiati alle Officine Grandi Riparazioni per aver vinto il primo premio del concorso nazionale “Verso il 150° anniversario dell’unità d’Italia: identità nazionale e culture a confronto” con un video della durata di due minuti che i ragazzi avevano realizzato sotto la guida della professoressa Marinella Juvarra e di Michele Silvestrin e con la collaborazione del Comune che aveva “prestato” in veste di attore non protagonista il capo di gabinetto del Sindaco Zanonato, Daniele Formaggio.
Per ritirare il premio, ragazzi e docenti hanno “dovuto” pernottare a Torino (portando incremento alle presenze), ma hanno anche approfittato della trasferta per visitare il Museo Egizio.
Tutto questo per affermare una cosa semplice, ma non banale: il turismo ha bisogno sì di monumenti (e Padova li ha), ha bisogno sì di eventi (e qualcosa Padova ce l’ha), ma ha bisogno soprattutto di coordinamento.
Senza coordinamento, infatti, Il Santo resterà sempre un approdo di fede “tocca e vai”, il Pedrocchi un locale come un altro per una pausa caffè, la Cappella degli Scrovegni un monumento straordinario ma sempre più isolato in un’area che scivola verso il degrado.
Si dice che per risolvere i problemi bisogna prima averne coscienza. Ebbene, Padova, forse, sta prendendo coscienza di tutto questo e, nel suo piccolo, persino la “Notte dei Saldi” ha detto qualcosa sull’importanza del coordinamento.
Coordinamento che è alla base di quella DMO (Destination Marketing Organisation) che Camera di Commercio, categorie economiche ed istituzioni hanno deciso di porre a capo di un progetto complessivo in grado, si spera, di fare di Padova una città turistica di respiro europeo.
Quel respiro continentale che, per Padova, non sarebbe una novità. Quando Giotto dipingeva su commissione del buon Degli Scrovegni, Padova era una capitale europea della cultura. Può tornare ad esserlo e Torino, in questo senso, “docet”.
15 luglio 2011
*Presidente Ascom Confcommercio di Padova
*Presidente Ascom Confcommercio di Padova