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IMU ALLE STELLE

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IMU ALLE STELLE PER GLI ESERCIZI COMMERCIALI E GLI IMMOBILI D’IMPRESA.
IL PRESIDENTE DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA, FERNANDO ZILIO: “PROBLEMA SERISSIMO VISTA LA SCARSA LIQUIDITA’ DELLE IMPRESE”.
E SI CHIEDE: “MA DOVE FINISCONO I NOSTRI SOLDI?”
Il leit motiv è sempre lo stesso: servono soldi per far quadrare i bilanci delle amministrazioni pubbliche.
“I comuni – ammette Fernando Zilio, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – hanno decisamente poche responsabilità, stretti come sono tra gli stipendi da pagare ai dipendenti ed i trasferimenti dallo Stato sempre più risicati, ma non vi è dubbio che di fronte ai ritocchi che molte amministrazioni comunali stanno effettuando in vista della rata di conguaglio dell’Imu, sorga spontanea la domanda: ma i soldi delle nostre tasse finiscono in generosi “fuori busta” dei consiglieri regionali veneti o nelle feste a tema imperiale dei consiglieri regionali laziali?”
Un pensiero sicuramente comune, di questi tempi, alla stragrande maggioranza dei cittadini alle prese con la tassa, ma che sta facendo addirittura imbufalire gli operatori economici che stanno assistendo ad un allineamento quasi unanime da parte dei comuni ad un prelievo medio dello 0,95%.
“Già l’aliquota ordinaria dello 0,76% - continua Zilio - rappresenta un aggravio rispetto all’Ici di non poco conto, ma lo 0,95% è una mazzata che pone un problema serissimo in tempo di crisi e di scarsa liquidità per le aziende”.
E non si creda che il problema sia tale solo per i proprietari degli immobili.

“In effetti – specifica Federico Barbierato, direttore generale dell’Ascom Confcommercio di Padova – l’aumento esponenziale dell’aliquota Imu sta mettendo in seria difficoltà la nostra azione tendente a riconsiderare l’ammontare degli affitti. Locali contrattualizzati in tempi di vacche grasse oggi devono fare i conti con incassi magri e spese fisse altissime per cui stiamo chiedendo ai proprietari di rivedere gli affitti. Un obiettivo non facile ma in qualche caso raggiunto che purtroppo l’Imu sta vanificando visto che il proprietario dell’immobile, di fronte allo Stato che impone il balzello, non è più disponibile a ridurre l’affitto”.
L’Imu insomma sta mettendo a nudo tutta una serie di problematiche, compresa quella che ai negozi e agli immobili d’impresa in generale spetta il compito di sopperire alla penuria di fondi delle casse pubbliche.
“Ma i comuni – si chiede Zilio – hanno in animo di riservare almeno una parte degli introiti derivanti dalla tassa pagata dalle imprese per realizzare qualcosa che possa servire all’economia?”
Visti i tempi, quasi una domanda retorica: perché se il comune è virtuoso i soldi li spende per gli stipendi ed i servizi essenziali, se virtuoso non è li spende per obiettivi inconfessabili ma, finalmente, sempre meno giustificabili.

Padova 28 settembre 2012