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TASSA DI SOGGIORNO: ALBERGATORI ASCOM CHIEDONO AL COMUNE DI RIVEDERNE I PARAMETRI

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A digerirla hanno sempre fatto un po’ fatica. Innanzitutto perché si erano trovati ad applicarla quando nessun’altra città di medie dimensioni si era sognata di introdurla. Solo Roma, Venezia e Firenze avevano infatti ritenuto opportuno applicare la tassa di soggiorno forti del loro appeal e del loro brand. Ma Padova…
Per cui, malumori e reazioni si erano accavallate al punto da convincere Padova Hotels, ovvero la sezione padovana di Federalberghi Ascom Confcommercio, a presentare un ricorso al Tar la cui decisione è attesa entro l’estate.

 

L’imposta, aggiunta alla crisi e alle altre tasse diffuse a pioggia negli ultimi tempi, contribuisce, almeno in parte, al calo consistente delle presenze nelle località turistiche nel corso dell’ultimo ponte del 1° maggio.
Assodato comunque che la tassa continuerà a produrre i propri effetti, i rappresentanti degli albergatori Ascom hanno pensato bene di fare partecipe dei loro rilievi l’assessore comunale al commercio e turismo, Marta Dalla Vecchia, nel corso dell’incontro svoltosi questo pomeriggio a Palazzo Moroni con gli attori del turismo.

 

Problematiche di ordine pratico, ma anche di ordine “politico”.

Una fra le tante, il fatto che l'albergatore è tenuto a versare l'imposta ogni trimestre, indipendentemente dalla sua effettiva riscossione. Il che significa che se, in caso di gruppi, il tour operator paga l'albergo dopo 120-150 giorni dal servizio, l'albergatore deve comunque anticipare il pagamento al comune, e questo moltiplicato per tutti i gruppi che si trova ad ospitare.
Come si diceva più sopra, il comune di Padova è stato tra i primi a introdurre l'imposta di soggiorno, seguendo gli esempi di città di altro e ben diverso spessore turistico come Roma, Firenze e Venezia. L'importo dell'imposta è stato determinato in misura pressochè equivalente, nonostante in queste città il prezzo della camera sia di ben due o tre volte superiore. L' imposta di Venezia terraferma (Mestre) è poi addirittura mediamente inferiore del 30 - 60% rispetto a Padova, a seconda della stagionalità e a dimostrazione che lo stesso municipio veneziano non se l’è sentita di parificare la vista sul Canal Grande con quella su Corso del Popolo.
Altri comuni, a quasi un anno di distanza, stanno ancora valutando se introdurla e sono comunque orientati verso importi decisamente più bassi.
“E’ di questi giorni – ha detto rivolgendosi all’assessore la vicepresidente di Ascom Padova Hotels, Marisa Galante -  il via libera alla tassa anche da parte del comune di Vicenza, che però ha deciso di adottare un criterio legato al costo della camera, e non al numero di stelle della struttura, come succede da noi, partendo peraltro da una cifra molto più bassa e con un criterio assai meno penalizzante di quello praticato a Padova, città in cui gli albergatori sono stati costretti ad adottare strategie di contenimento dei prezzi intervenendo, soprattutto per le categorie più alte, ad una limatura dei prezzi delle stanze per attutire il più possibile l’effetto della tassa di soggiorno”.

PADOVA 3 MAGGIO 2012