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ADDIZIONALI IRPEF

ADDIZIONALE IRPEF: SEMPRE PIU’ AMMINISTRAZIONI PADOVANE VERSO L’ALIQUOTA MASSIMA.
BARBIERATO (ASCOM CONFCOMMERCIO): “I COMUNI NON DELIBERINO A CUOR LEGGERO”
Dal momento che hanno le casse vuote, si rivalgono sui poveri contribuenti.
“E così va in crisi anche l’ultimo rapporto fiduciario che esisteva tra cittadino ed istituzioni, ovvero quello col proprio comune”.
A sottolineare il progressivo degradarsi del rapporto comune – cittadini è Federico Barbierato, direttore generale dell’Ascom Confcommercio di Padova, che denuncia come le tasse comunali, lievitate nell’arco di un decennio di oltre il 500 per cento, non solo abbiano incrinato quello che era un rapporto consolidato e produttivo, ma abbiano anche mandato in soffitta tutto il dibattito su federalismo e dintorni. “Verrebbe da dire – continua Barbierato – che “stavamo meglio quando stavamo peggio”, nel senso che l’evolversi della tassazione locale sta facendoci rimpiangere la vecchia Ici. Purtroppo è chiaro a tutti che l’abolizione della prima rata dell’Imu non sarà così indolore come si vuol credere. All’orizzonte c’è la service tax, ma nell’attualità più stringente c’è l’addizionale Irpef sulla quantificazione della quale molti comuni devono ancora decidere ed il limite massimo dello 0,80 per mille sembra poter diventare la normalità, anche se va rilevato che in diversi casi c’è l’individuazione di livello minimo di reddito altre il quale scatta la tassa”. L’impressione è che, anche comuni fin qui virtuosi, faranno leva sull’addizionale per far quadrare i conti con tutte le conseguenze del caso.
Ma se il problema si prospetta in tutta la sua negatività per qualsiasi cittadino, per i commercianti la questione è addirittura più spinosa. “All’addizionale – continua Barbierato – dobbiamo aggiungere la Tares particolarmente pesante per le attività produttive e l’Imu che, nonostante mille raccomandazioni e altrettante rassicurazioni, non è stata tolta sugli immobili professionali. A questo punto, pensare ad un “collasso per tasse” non è affatto un’ipotesi, diventa quasi una certezza per decine di imprese, già strette nella morsa della crisi”.

Per cui l’Ascom chiede ai comuni di non deliberare aliquote a cuor leggero. “Se l’economia va in default – conclude Barbierato – le nostre città ed i nostri Paesi sono destinati all’involuzione. Ed è ciò che, ritengo, nessuno di noi vuole. Sindaci in primis”.

 

PADOVA 13 SETTEMBRE 2013