ABOLIRE L’IMU PER I NEGOZI.
BERTIN (VICEPRESIDENTE VICARIO ASCOM PADOVA): “E’ UN BALZELLO “INDECIFRABILE” CHE BLOCCA TUTTO”
Una questione di vita o di morte.
“E non in senso lato – dichiara Patrizio Bertin, vicepresidente vicario dell’Ascom Confcommercio di Padova – ma in senso stretto: pagare l’Imu per molti negozi può diventare il colpo di grazia non solo nel caso dei proprietari ma anche per chi ha il negozio in affitto”.
Non sarà facile per lo Stato rinunciare all’1,8 miliardi di euro di gettito che deriva dai quasi 2 milioni di esercizi commerciali, ma ancora di più non sarà facile per lo Stato rinunciare ai quasi 6 miliardi e mezzo che derivano dal milione e 400 mila capannoni.
“Però è un provvedimento indispensabile – continua Bertin – e sottoscrivo in pieno ciò che, a più riprese, ha avuto modo di dire il ministro Zanonato, ovvero che applicare l’Imu è un po’ come applicare la “tassa sul tornio”, vale a dire una tassa sullo strumento di lavoro”.
Difficile districarsi nel ginepraio della tassa: da un lato chi la vorrebbe tolta del tutto e per tutti, dall’altra chi sostiene che l’esenzione va comunque modulata.
“Fermo restando che si tratta di una tassa odiosa perché colpisce il bene più prezioso degli italiani – continua Bertin – ciò nonostante va ribadito che senza il lavoro non c’è futuro neanche per le famiglie. Mi spiego con un esempio: quando nel ’76 i friulani erano in ginocchio per il terremoto, ciò nonostante chiesero che fossero rimesse in piedi, prima di tutto, le fabbriche. Adesso siamo nella stessa situazione: prima di tutto le imprese”.
Ma il vicepresidente vicario dell’Ascom si spinge più oltre e si dice convinto che sarebbe preferibile, addirittura, una patrimoniale.
“Lo sarebbe di certo – continua Bertin – perché l’Imu, oltre che gravare in maniera pesante su negozi e capannoni sta anche bloccando il mercato immobiliare. Mentre un tempo la compravendita di un immobile prevedeva sempre la domanda sull’ammontare delle spese condominiali (che spesso diventavano la discriminante verso la conclusione o meno dell’affare), oggi è il valore dell’Imu a tenere bloccato il mercato ma con effetti assolutamente deleteri perché viene vissuta come una tassa “indecifrabile” e quindi doppiamente pericolosa. Per questo dico: per sanare i conti dello Stato si rischia di procrastinare alle calende greche una ripresa che, se ci pensiamo un attimo, deve passare attraverso il mercato immobiliare perché dietro agli immobili si muove un mondo: dai mobili agli elettrodomestici, dagli impiantisti ai decoratori, ecc.”
Dunque l’Imu come collo di bottiglia di un sistema economico in difficoltà.
“E purtroppo – conclude Bertin – l’incertezza sul da farsi non aiuta nemmeno i consumi. Chi convince le famiglie che a dicembre non dovranno sborsare l’odiata tassa tutta insieme? Così, nel dubbio, rinunciano agli acquisti. Anche in periodo di saldi”.
PADOVA 16 LUGLIO 2013