Home

L' AUMENTO IVA NON SARA' SOPPORTABILE

BERTIN (VICEPRESIDENTE ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “L’AUMENTO DELL'IVA NON SARA’ SOPPORTABILE: SENZA PIU’ OCCUPAZIONE MIGLIAIA DI LAVORATORI E NELLA DISPERAZIONE (COME NEL CASO DI SANT’ANGELO DI PIOVE DI SACCO) CENTINAIA E CENTINAIA DI PICCOLI IMPRENDITORI”.
Con l’artigiano suicida di Sant’Angelo di Piove di Sacco condivide il cognome e ha condiviso la frequentazione scolastica.
“Un brutto colpo – commenta Patrizio Bertin, vicepresidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – che non deve lasciare nessuno indifferente ma deve far riflettere chi ha responsabilità di governo: la gente qui è pronta al gesto estremo e a Roma non riescono a trovare un miliardo su un bilancio di 820 miliardi di euro per evitare che l’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento faccia chiudere molte più attività di quelle che già lo hanno fatto lasciando per strada migliaia di lavoratori e gettando nella disperazione centinaia e centinaia di piccoli imprenditori”.
La notizia dell’”ineluttabilità” dell’aumento dell’Iva (“perché lo chiede Bruxelles!”) cade giusta nel giorno dell’ennesimo suicidio di un imprenditore padovano ed il vicepresidente vicario dell’Ascom non può non fare un parallelo, in prospettiva, “tra scelte scellerate del governo e triste realtà di tutti i giorni”.
“Gli impegni sono impegni – continua Bertin – e quelli che i governi precedenti hanno preso con la Ue vanno rispettati. Ciò che però non ci sentiamo di accettare (ed in questo senso abbiamo chiesto alla Confcommercio di attivare tutte le iniziative volte a non rendere possibile l’aumento dell’Iva) è che non si possano trovare le risorse nelle pieghe di un bilancio statale che ogni giorno ci “regala” notizie su una quantità di sprechi infinita”.
“Questo – continua Bertin – è uno Stato che, pur di incamerare denari, infila nel “decreto scuola” l’ennesimo aumento di tasse. Dice di investire nell’istruzione, ma per farlo non taglia nessun privilegio, non elimina nessuno spreco ma aumenta l’imposta di registro (che passa da 168 a 200 euro in un colpo solo) e aumenta le accise sulla birra tanto che il classico “pizza e birra” con un budget di 15 euro, finisce per pagarne in tasse un quinto esatto, vale a dire 3 euro!”
La preoccupazione è grande: già i consumi sono calati del 3 per cento e persino l’alimentare è stato compresso dalle famiglie ben oltre il lecito, ma l’aumento dell’Iva potrebbe essere il colpo mortale per molti comparti del commercio.
“Ci sono settori – conclude Bertin – che sono sull’orlo del collasso. Un ulteriore aumento della pressione fiscale lascerà fuori dei negozi ancora più clienti con la diretta conseguenza di vedere gli esercizi spegnere le vetrine definitivamente e lo Stato non raggiungere i propri obiettivi perché a consumi ridotti corrispondono imposte ridotte. Già temiamo per le addizionali che i comuni intendono applicare per far fronte ai mancati ristorni statali, ma diventerà una miscela esplosiva se alle tasse locali si aggiungerà anche l’Iva”.

 

Padova, 18 settembre 2013