BERTIN (PRESIDENTE ASCOM): “A PADOVA, UNA DELLE MAGGIORI PIAZZE NAZIONALI DEL COMMERCIO DEL “FALSO”, IL PROSSIMO 27 NOVEMBRE LA GIORNATA DELLA LEGALITA’”
Forti del fatto (si fa per dire) di vedere Padova alle prese con una contraffazione galoppante alimentata da venditori abusivi ed esercizi orientali in zona industriale spesso nel mirino della Guardia di Finanza, sono anni che all’Ascom sottolineano il concetto: il mercato del falso crea danni fortissimi alla nostra economia.
Adesso, a corroborare la battaglia dell’Associazione (che il prossimo 27 novembre sarà tra le protagoniste della Giornata della Legalità organizzata da Confcommercio), arrivano i dati di una ricerca realizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con il Censis sull'impatto della contraffazione sul sistema-Paese che dice che il mercato del falso in Italia genera un fatturato di 6 miliardi e 535milioni di euro.
I settori più colpiti dalla contraffazione sono l'abbigliamento e gli accessori (il 34,3% dell'intero valore), il comparto cd, dvd e software (il 27,3% del totale) e i prodotti alimentari (il 15,8% del totale).
Se i prodotti contraffatti fossero realizzati e commercializzati sul mercato legale si avrebbero 17,7 miliardi di euro di produzione aggiuntiva, con conseguenti 6,4 miliardi di valore aggiunto. La produzione aggiuntiva genererebbe acquisti di materie prime, semilavorati e servizi dall'estero per un valore delle importazioni pari a 5,6 miliardi di euro. E la produzione legale delle merci assorbirebbe 105mila lavoratori regolari occupati a tempo pieno. La contraffazione comporta anche pesanti perdite per il bilancio dello Stato in termini di mancati introiti fiscali. Riportare sul mercato legale la produzione delle merci contraffatte significherebbe garantire un gettito fiscale aggiuntivo per le casse dello Stato, tra imposte dirette e indirette, di 5 miliardi e 280 milioni di euro, considerando tutte le fasi della catena di produzione.
“Va da sé – commenta Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom di Padova – che è su questi aspetti che deve concentrarsi l’azione dello Stato visto che in un colpo solo otterrebbe risultati sul piano del Pil, dell’occupazione e delle entrate tributarie”.
Il problema è che il “nemico” è forte ed in grado di adattarsi anche alla crisi il cui protrarsi spinge i consumatori ad adottare strategie di contenimento delle spese anche quando si tratta di merci fake.
“Se il falso, come documenta la ricerca, registra una contrazione del volume d’affari – continua Bertin – non è perché il fenomeno sia in diminuzione ma semplicemente perché si sono ridotti i prezzi per andare incontro ad una (brutta) abitudine dei consumatori ad acquistare merce falsa, abitudine che, purtroppo, è in aumento”.
Ma c’è di più: il 46% delle istituzioni ed associazioni che hanno contribuito a “confezionare” la ricerca afferma che sul proprio territorio viene prodotta merce falsa, il 60% lamenta la presenza di imprese irregolari nella propria area, il 52% denuncia fenomeni di sfruttamento del lavoro e il 51% di immigrazione clandestina. Addirittura il 21% segnala la presenza di imprese gestite direttamente dalla criminalità organizzata (e la percentuale sale al 43% al Sud).
“Questo significa – conclude il presidente dell’Ascom – che è necessario un contrasto anche di tipo “culturale” ed è per questo, pertanto, che la nostra Associazione, il prossimo 27 novembre, non farà mancare il proprio sostegno alla Giornata della Legalità, un’iniziativa che, al di là del richiamo all’azione di contrasto svolta dalle forze dell’ordine, si propone proprio di sensibilizzare le coscienze. Se chi compra “falso” si ponesse il problema che quell’acquisto contribuisce a creare un nuovo disoccupato, forse una remora in più ce l’avrebbe!”
Padova 2 ottobre 2014