LA GDO IN CRISI TENTA DI BLOCCARE IN PARLAMENTO LA LEGGE CHE RIPRISTINA LA CHIUSURA DI 12 DOMENICHE.
IL PRESIDENTE DELL’ASCOM, PATRIZIO BERTIN: “SPARANO SU NOI CON L’OBIETTIVO DI SALVARSI DAGLI ERRORI CHE ESSI STESSI HANNO COMMESSO”
“Come volevasi dimostrare: sparano su di noi con l’obiettivo di salvarsi. Invece dovrebbero capire che non è solo la crisi che li ha portati a questi risultati deludenti, ma anche la loro politica dissennata sulle domeniche aperte. Solo che non si avvedono dell’errore e, diabolicamente, perseverano”.
Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, non risparmia critiche feroci a Federdistribuzione alle prese con l’ennesimo attacco al commercio di vicinato. Attacco che si sta esprimendo con un’azione di lobby sotterranea tutta a tesa a bloccare in Parlamento la norma che, come auspicato da Confcommercio, prevedrebbe il ritorno a 12 domeniche di chiusura l’anno.
“Alla grande distribuzione – continua Bertin – non è evidentemente bastata la decisione dei tedeschi di Billa che hanno scelto di abbandonare l'Italia rendendo palese la crisi profondissima delle catene commerciali”.
In effetti, negli ultimi anni il crollo dei consumi ha dimezzato gli investimenti per le nuove aperture, ha ridotto, per la prima volta, la superficie di vendita, ha eroso i margini degli operatori commerciali e innescato numerose chiusure.
“Ciò che oggi diventa evidente anche per Federdistribuzione – continua il presidente dell’Ascom padovana – era chiarissimo anche all’inizio della crisi. Solo che, grazie ad un’impostazione iper-liberista del governo Monti, l’organizzazione dei grandi supermercati era riuscita nell’intento di convincere l’opinione pubblica che “aperto la domenica è bello”. Invece bello non lo è stato affatto ed i dati lo dimostrano”.
Tanto che il Parlamento sta per approvare quella che è, di fatto, la contro-riforma del Salva Italia di montiana memoria e che, come detto, prevedrebbe 12 giorni di chiusura obbligatoria e la riattribuzione di potere decisionale in materia di orari dei negozi a Regioni e Comuni.
“E qui – contiunua Bertin – è partita subito la grancassa di Federdistribuzione che, come al solito, non esita a disegnare scenari apocalittici: vendite in calo di un miliardo (da loro, ma probabilmente sarebbe un miliardo che tornerebbe nelle casse dei piccoli negozi di vicinato che potrebbero sopravvivere contribuendo a mantenere vivi soprattutto i piccoli centri), e subito l’espulsione di 7-8mila lavoratori. Un ricatto bello e buono che si fonda su una bufala colossale, dal momento che abbiamo dimostrato che l’apertura di grandi strutture di vendita toglie dal mercato, nel territorio di influenza, quattro posti di lavoro nel piccolo commercio (tra titolari che chiudono l’attività e dipendenti che rimangono a piedi) contro un posto creato nella grande distribuzione. Purtroppo, quando si vuole occultare la verità, anche la matematica sembra poter diventare un’opinione!”.
Padova 16 settembre 2014