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IL COMMERCIO PADOVANO DI FRONTE AL NATALE.

ROVELLI (ASCOM CENTRO): "ALLA NOSTRA CITTA' SERVONO QUALITA' E PROGETTUALITA'. IMPARIAMO DALL'ALTO ADIGE: SPAZI LIMITATI E ALLESTIMENTI GRADEVOLI E COSI', NONOSTANTE LA CONCORRENZA, RESTANO AL TOP. NOI INVECE ...".
Un week end dell’Immacolata da grandi numeri per il centro storico di Padova.
"Siamo partiti bene – commenta Ruggero Rovelli, coordinatore Ascom per Padova Centro – e bisogna riconoscere che siamo stati anche favoriti dal bel tempo che non ha giocato a favore dei centri commerciali. Però le incognite restano tutte".
Legate, ovviamente, alla poca voglia di spendere dei consumatori. "E’ vero – continua Rovelli – tra tasse che scadono e altre che incombono, paura per il posto di lavoro e negatività che si sommano ogni giorno che passa, è difficile per i consumatori pensare di poter destinare i propri soldi soprattutto agli acquisti. Si risparmia, si mettono i soldi in banca (i depositi che aumentano, come ha documentato il Censis, sono la conferma di una paura quasi palpabile) e si spera che qualcosa cambi”.
Ma i commercianti non possono certo aspettare. 
"La tradizione del Natale – continua il coordinatore Ascom per il Centro Storico – non verrà meno, ma di fronte a volumi in contrazione diventa indispensabile risultare più attrattivi di altri e l’attrazione di una città si fa sulla qualità". Resta da capire se per Padova si può parlare di offerta di qualità.
"I mercatini dell’Alto Adige – osserva Rovelli – sono stati imitati da tutti ma nonostante questo rimangono al top. Naturalmente hanno dalla loro l’ambiente (il Natale a Bressanone non è il Natale a Rimini) ma hanno soprattutto una regìa, un progetto ed un investimento. Così quest’anno, per rimanere leader indiscussi, oltre che confermare la cura degli allestimenti e degli eventi, hanno aggiunto la scelta "eco": tutto sostenibile, tutto a km zero, persino stoviglie riutilizzabili e stop alle bibite in lattina. Padova può vantare qualcosa di simile? Personalmente non credo: l’aggiunta di banchetti affastellati alla rinfusa non sono un vantaggio né per la città, né per i diretti interessati né, infine, per il commercio cittadino nel suo complesso".
E aggiunge Rovelli: "Se posso insistere nel fare un parallelo non posso fare altro che osservare che nelle città dove i mercatini sono "originali" (è così che si definiscono Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico e Vipiteno) gli stessi continuano ad essere causa di un flusso turistico costante anche grazie a spazi che sono da anni gli stessi perché allargarli avrebbe significato inflazionare l’idea e, in ultima analisi, banalizzare il tutto".
"Purtroppo – conclude il coordinatore Ascom del centro - la qualità non si improvvisa come non si improvvisa un evento degno di questo nome. Non solo: se è noto che non è buona cosa fare "le nozze coi fichi secchi" parimenti va detto che non si fa un "bel Natale" (commercialmente parlando) chiedendo quattro spiccioli a chi poi allestirà uno spazio adeguato a quei quattro spiccioli. Al commerciante auguro comunque di vendere. A Padova, invece, auguro di non apparire come un'accozzaglia di proposte senza capo nè coda, disseminate un po' di qua e un po' di là, incapaci di attirare l'attenzione di chi padovano non è e a Padova verrà solo se l'interesse sarà elevato. Il Black Friday, in questo senso, è lì ad insegnarcelo!"

 

Padova 13 dicembre 2014