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IL COMUNE CONTRO LA CITTADELLA CINESE

BERTIN (PRESIDENTE ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA): "BENISSIMO: MA COME SOSTENIAMO DA ANNI, PER DEBELLARE IL FENOMENO DELL’ILLEGALITA’ IN QUEI LOCALI SERVE UN PRESIDIO FISSO”.
LA COLLABORAZIONE CON L’ASSESSORE REGIONALE AL LAVORO, ELENA DONAZZAN
L’immagine più famosa è quella dell’ex presidente dell’Ascom, Fernando Zilio, che davanti al Centro Ingrosso Cina, con Moreno Morello, denuncia al microfono di “Striscia la Notizia” il perpetuarsi della scandalosa assenza di qualsiasi legalità all’interno dei capannoni della zona industriale di Padova dove si sono insediati centinaia di esercizi commerciali cinesi, formalmente all’ingrosso, di fatto aperti a tutti.
Ma è dal febbraio del 2006 che l’Ascom Confcommercio di Padova non smette di far pressione nei confronti dell’opinione pubblica e delle istituzioni affinchè quella “cittadella dell’illegalità” possa essere smantellata.
“Apprezzo molto – dichiara Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom – che l’amministrazione municipale abbia deciso di affrontare con determinazione la questione, così come abbiamo a suo tempo apprezzato l’impegno della Guardia di Finanza e delle altre forze dell’ordine per cercare, se non altro, di arginare un fenomeno che crea danni incalcolabili non solo ai commercianti onesti, ma anche al sistema Paese come ha ben documentato, nei suoi due libri sulla contraffazione, il giornalista Antonio Selvatici, nostro ospite in più di un’occasione proprio per presentare gli effetti disastrosi che un sistema del tutto fuorilegge crea alla nostra economia”.
Sull’argomento, come si ricorderà, l’Ascom, di concerto anche con la Camera di Commercio, oltre che con gli altri attori istituzionali, si è fatta promotrice di un tavolo che ha poi portato a quel “protocollo Padova” che oggi funge un po’ da faro nazionale nella lotta all’illegalità diffusa.

“Purtroppo – continua Bertin – noi siamo convinti che solo un presidio fisso, magari interforze, possa debellare un fenomeno che è pericoloso anche, se non soprattutto, sotto il profilo sanitario”.
Significativa, al riguardo, la manifestazione che ha visto l’Ascom portare davanti a Palazzo Moroni le foto dei danni che i giocattoli tossici arrecano ai più piccoli. Ma significativo è stato anche l’impegno per cercare di coinvolgere nell’azione di contrasto, anche l’assessorato regionale al lavoro.
“E l’assessore Elena Donazzan – continua Bertin – dimostrando grande sensibilità verso la questione, è intervenuta con noi ad una manifestazione in favore dei commercianti all’ingrosso “regolari” minacciati dall’invasione degli “irregolari”, è si spesa nel ricordare che “in Italia non mancano gli organismi di controllo, ma alle volte sono dispersi, altre miopi, altre ancora si accaniscono su dettagli laddove é più semplice controllare”.
Talmente convinta l’assessore di non abbassare la guardia che è già previsto che nei prossimi mesi il lavoro di controllo e repressione dell’illegalità verrà ancora intensificato, con particolare attenzione nei riguardi dello sfruttamento del lavoro e della salute.
“Se – conclude Bertin – l’intenzione del Comune è quella di aumentare la pressione nei confronti della “cittadella dell’illegalità”, noi siamo ben felici. Ripeto: serve però un presidio costante: l’unico in grado, soprattutto, di scoraggiare quanti, anche semplici privati, comprano in quei locali convinti di fare un affare ed ignari, spesso, delle conseguenze dei loro comportamenti. Conseguenze negative su loro stessi, per la salute, e sull’economia per il trasferimento impressionante di denaro che dall’Italia se ne va verso l’Estremo Oriente. Per semplificare: nei confronti di chi svolge il proprio lavoro onestamente, qualsiasi sia la sua nazionalità, noi non abbiamo nulla da eccepire, ma ribadiamo con forza che acquistare “in nero” negli esercizi cinesi fuorilegge significa contribuire a licenziare i lavoratori di tante, troppe, aziende italiane messa in ginocchio dalla concorrenza sleale”.

 

Padova 25 luglio 2014