IL PRESIDENTE DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA, PATRIZIO BERTIN: “LA CONTRAFFAZIONE SIGNIFICA 110 MILA POSTI DI LAVORO PERSI ED UN MANCATO GETTITO DI 4 MILIARDI DI EURO”.
E RIBADISCE LA RICHIESTA DI UN PRESIDIO INTERFORZE DAVANTI AI CENTRI ALL’INGROSSO CINESI DI CORSO STATI UNITI
Non solo i puntatori laser messi sotto osservazione dalla Camera di Commercio di Venezia e che si è scoperto essere dannosi per gli occhi e la pelle.
“L’elenco delle nefandezze che la criminalità organizzata scarica su consumatori poco attenti o anche solo poco informati, sono talmente tanti che diventa molto difficile, per non dire impossibile, elencarli”.
Ma Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, pur sapendo di non poter essere esaustivo, ci prova comunque anche perché non sembrano diminuire i flussi di traffico nei centri all’ingrosso cinesi di corso Stati Uniti, a Padova, dove le merci, come è stato segnalato all’Ascom, entrano ed escono, all’ingrosso ma anche al minuto (legalmente impossibile), nei giorni feriali e anche festivi con volumi che solo un presidio fisso interforze potrebbe limitare se non proprio ridurre ai minimi termini.
“Innanzitutto qualche dato può dare la dimensione del fenomeno: la contraffazione in Italia significa 110 mila posti di lavoropersi ed un mancato gettito di 1,7 miliardi di euro che diventano 4 se consideriamo anche l’indotto”.
Dunque le conseguenze negative derivanti dal fenomeno della contraffazione sono soprattutto di natura economica. Ma siamo in presenza anche di un problema di ordine pubblico: il maggior beneficiario di questa attività illegale è infatti la criminalità organizzata, ampiamente coinvolta nel commercio mondiale di merci taroccate.
I prodotti contraffatti, poi, possono rappresentare gravi rischi per la sicurezza e per la salute. Nel corso di questi anni l’Ascom, in collaborazione con la Camera di Commercio, ha documentato come su numerosi indumenti siano stati trovati ftalati, agenti plastificanti, coloranti azoici e ammine aromatiche. Queste ultime, in particolare, sono sostanze liberate dai coloranti durante le fasi produttive che se assorbite a livello cutaneo possono avere effetti cancerogeni soprattutto nei confronti della vescica. Lo stesso vale per gli organoclorurati presenti nella pelletteria contraffatta che, quando va bene, provocano dermatiti da contatto.
“Quello che forse taluni consumatori non colgono – continua Bertin – è che la contraffazione è anche un pessimo affare. Per loro stessi che non sanno esattamente cosa finiscono per indossare e per noi tutti che dobbiamo compensare, con ulteriori tasse, la differenza dei mancati introiti del fisco. I falsari, in altri termini, danneggiano l’economia perché colpiscono le attività lecite, limitano la nostra capacità di innovare e, come detto, distruggono posti di lavoro”.
Padova, 28 agosto 2014