E VENNE L’ORA DELLA PRIMA RATA DELLA (GIA’) ODIATA TASI. 750MILA PADOVANI CHIAMATI AL PAGAMENTO. BERTIN (PRESIDENTE ASCOM): “SFORZO IMMANE E L’ANNO PROSSIMO CAMBIERA’ TUTTO!”
Se si escludono i cittadini dei 136 Comuni della provincia di Bolzano (che hanno una loro tassa che si chiama IMI), se si tolgono quelli che vivono nei 177 Comuni che ancora non hanno inviato le delibere al ministero, facendo così slittare ulteriormente il pagamento al 16 dicembre e se si defalcano anche i contribuenti dei restanti 2.178 Comuni (27 padovani) che sono riusciti a rispettare la scadenza di maggio ed hanno, quindi, già versato la prima rata il 16 giugno, tutti gli altri, entro il prossimo 16 ottobre, sono chiamati a versare la prima rata della (già) odiata tassa.
Odiata non solo perché pagare una tassa non è mai operazione che si fa col sorriso sulle labbra, ma anche perché la Tasi accorpa in sé più di una negatività: sostituisce, in parte, l’altrettanto odiata IMU (che non c’era per la prima casa), accomuna nel fastidio proprietari ed inquilini (pure loro, almeno in parte e comunque non dappertutto, soggetti al nuovo tributo) ma, soprattutto, perché per versare l’acconto della Tasi, le oltre 15 milioni di persone coinvolte (nella nostra provincia circa 750mila) dovranno farsi i conteggi da sole, tra aliquote diverse (a seconda se si tratti della prima casa o di altri immobili) e possibili detrazioni previste.
“I nostri uffici – spiega Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – stanno cercando di svolgere al meglio il servizio di assistenza, ma non vi è dubbio che le tante varianti previste dalle singole delibere comunali complicano maledettamente il panorama. In altre parole: si fa fatica a gestire contribuenti che devono sottostare ad una tassa e che per capire quanti soldi dovranno versare devono anche patire. Senza contare che poi, negli ultimi giorni prima della scadenza, ci sarà da fare anche qualche fila per il pagamento vero e proprio”.
Insomma un vero e proprio calvario con relativa crocifissione visto che, per una famiglia su due, la Tasi sarà più cara di quanto pagato con l’Imu nel 2012.
Da rilevare, poi, come la Tasi colpisca anche gli immobili diversi dall’abitazione principale per cui si va ad aggiungere all’Imu sugli immobili locati, i fabbricati produttivi, le aree edificabili, gli edifici rurali strumentali. Con un limite generale fissato dalla legge, per cui la somma di Tasi e Imu può superare il 10,6 per mille solo se il Comune sfrutta il margine di aumento straordinario dello 0,8 per mille (una sorta di una tantum prevista – forse – solo per quest’anno), con un tetto massimo dell’11,4 per mille.
L’unica cosa semplice, in tutto questo, sembra dunque essere proprio solo il pagamento (al netto della coda). Per chi non vorrà sfruttare la possibilità dell’home banking, basterà infatti presentarsi allo sportello bancario o postale con il modello F24 o con il bollettino postale.
Dunque, Tasi per tutti, esclusi i contribuenti di quei Comuni (in massima parte si tratta di quelli che non andavano al voto nello scorso maggio e dunque potevano permettersi di deliberare senza la paura di patirne le conseguenze nel segreto dell’urna) che “hanno già dato”. Si tratta di Abano Terme, Albignasego, Anguillara Veneta, Barbona, Bovolenta, Brugine, Candiana, Carceri, Castelbaldo, Codevigo, Conselve, Correzzola, Legnaro, Limena, Maserà di Padova, Merlara, Ponte San Nicolò, Pontelongo, Rovolon, Rubano, San Pietro Viminario, Santa Giustina in Colle. Sant’Elena, Stanghella, Vigodarzere,Villa Estense e Vò.
“Ma comunque – conclude Bertin non senza un pelino di ironia – stiamo sereni: dall’anno prossimo cambierà tutto! Per cui gli sforzi fatti per capire come funziona la Tasi non serviranno a nulla. Renzi infatti ha promesso una tassa unica che accorperà tutte le altre. Non ci resta che attendere gli sviluppi!”
Padova 8 ottobre 2014