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VENETO CITY ANCORA SOTTO ESAME

LA SOCIETA’ CHE INTENDE COSTRUIRLO CHIEDE TEMPI RAPIDI. 
PASQUALETTI (ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “AI COSTRUTTORI NON INTERESSA NULLA DEL TERRITORIO, NEMMENO NEI GIORNI IN CUI PADOVA E’ FINITA ANCORA UNA VOLTA SOTT’ACQUA”
Si sono mossi con un tempismo verrebbe da dire “eccezionale”, seppur a rovescio visti gli allagamenti di questi giorni, a conferma che agli attori di Veneto City non interessano poi granchè le sorti del territorio.
“A dire il vero – dichiara Franco Pasqualetti, vicepresidente vicario dell’Ascom Confcommercio di Padova – a me sembra un atteggiamento anche un po’ offensivo nei confronti di quelle famiglie che, in questi ultimi tempi, si sono viste le case allagate per colpa dei nubifragi ma, soprattutto, per colpa della cementificazione selvaggia”.
La questione: la società che si è candidata a costruire il maxi insediamento tra Dolo, Mira e Pianiga, dopo aver cercato di convincere l’opinione pubblica della bontà del progetto che si vorrebbe sviluppato su 718mila mq distribuiti tra hotel, negozi ed uffici, adesso chiede alle istituzioni di agire in fretta e chiede un’immediata riunione tecnica per ottenere l’ok al via dei lavori.
“All’inizio – continua Pasqualetti - convinti che tutti fossero dalla loro parte, non si erano preoccupati più di tanto di “abbellire” l’eco-mostro. Poi, constatata l’opposizione, hanno corretto il tiro prevedendo ben 415 mila mq di verde e 60 mila di Parco Scientifico. Hanno persino pensato di proporre uno sky line che richiamasse i Colli Euganei e le “bricole” lagunari e hanno promesso geotermia e fotovoltaico a tutto spiano quasi che una pennellata di sostenibilità ambientale potesse distogliere dalla “mission” del progetto: speculare sul territorio”.
Ad autorizzare l’avvio dell’opera è chiamata anche la conferenza dei servizi che prevede, tra le altre, anche la presenza dei beni architettonici e ai beni archeologici ma soprattutto dell’Arpav.

“Ed è proprio all’Arpav – incalza il vicepresidente dell’Ascom – che a questo punto chiedo di esprimersi con convinzione contro un progetto che non sarà devastante solo sotto il profilo economico per centinaia di piccole imprese del commercio, ma lo sarà anche sotto il profilo idrogeologico: stendere centinaia di migliaia di metri quadrati di cemento non aiuterà certo l’acqua ad essere assorbita dal terreno ed è evidente che, a quel punto, la mappa del dissesto dovrà contemplare anche una vasta area tra le province di Padova e Venezia”.
Insomma, per Pasqualetti insistere sulla realizzazione di Veneto City significa ipotecare, in negativo, il futuro della regione. Verrà ascoltato?
“Io spero che le autorità – conclude il vicepresidente vicario dell’Ascom – si assumano le proprie responsabilità di fronte ai cittadini e di fronte alla storia perché un insediamento così grande estenderà i propri effetti, io continuo a credere negativi, non per decenni, ma per secoli!”

 

Padova, 15 luglio 2014