LA VENDITA DELL’AREA DI VIA GIUSTI NUOVO TASSELLO VERSO LA COSTRUZIONE. MA L’ASCOM NON DEMORDE E ATTENDE FIDUCIOSA LA SENTENZA DEL TAR
Il Tar non si è ancora pronunciato ma gli imprenditori di Abano ci fanno conto.
“Ci facciamo conto – spiega il presidente mandamentale dell’Ascom, Michele Ghiraldo – perché siamo convinti che il Tribunale Amministrativo dirà che il centro commerciale “non s’ha da fare” sia perché qualche passaggio non è esente da rilievi ma anche perché realizzare un mega scatolone a due passi da una villa storica qual è Villa Mainardi (a proposito: la Soprintendenza potrebbe avere qualcosa di dire) è uno sfregio che, se realizzato, peserà sul futuro della città termale”.
Non si arrendono gli imprenditori ed anzi continuano ad incalzare l’amministrazione.
“Il prossimo 2 ottobre – continua Ghiraldo – si aprirà l’unica busta pervenuta a seguito del bando relativo alla vendita del complesso immobiliare di via Giusti, meglio noto ai più per essere l’area comunale fino a poco tempo fa adibita ad impianti e magazzino dell’acquedotto. E’ un tassello importante nel complesso scacchiere per la realizzazione del centro commerciale ed è significativo che l’amministrazione, che in sede di campagna elettorale aveva giurato che mai centro commerciale sarebbe sorto, oggi metta in vendita un’area di sua proprietà che, se rimanesse tale, non consentirebbe la realizzazione della grande struttura di vendita”.
Che però l’amministrazione aponense stia remando a favore del centro e non contro lo dicono ormai anni di scelte politiche.
“L’aver, di fatto, cancellato gli oneri ai quali avrebbero dovuto andare incontro i soggetti interessati alla costruzione – conferma Ghiraldo – ha tolto di mezzo l’ostacolo più importante: quello dei costi non banali connessi alla sistemazione della viabilità sostituiti con due palliativi del calibro (si fa per dire) di un campetto in sintetico sul quale, probabilmente, andranno a giocare i commercianti che chiuderanno i loro negozi una volta che il mega centro dovesse essere realizzato ed una pista ciclabile che mette in contatto, guarda caso, l’area pedonale col progettato centro”.
Non dunque scelte pregresse dalle quali è impossibile prescindere, ma precise volontà.
“Contrastare un’opera del genere del quale nessuno sente il bisogno – aggiunge il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – per noi è assolutamente doveroso. Non solo per salvaguardare il lavoro dei commercianti, ma soprattutto per garantire un futuro ad un territorio e ad un ambiente che di tutto ha bisogno fuorchè di cemento. Chi giunge alle Terme Euganee chiede cura, relax, cultura ed un ambiente il più possibile integro. La logica dei centri commerciali va nel senso esattamente opposto con non pochi rischi anche sotto il profilo del dissesto idrogeologico del quale la nostra provincia non può, purtroppo, considerarsi esente”.
"Al di là del fatto specifico - ha concluso Bertin - resta il fatto che la logica vorrebbe che categorie ed amministrazioni si trovassero su un terreno comune per progettare il futuro".
Padova, 23 settembre 2015