SULLE FATTURE VERSO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ARRIVA LO “SPLIT PAYMENT” (CHE HA TUTTA L’ARIA DI UNA NUOVA FREGATURA), OVVERO LE IMPRESE NON INCASSANO PIU’ L’IVA.
BERTIN (PRESIDENTE ASCOM): “UN PROVVEDIMENTO CHE AVRA’ DEI RIFLESSI SUI BILANCI DELLE AZIENDE
Sull’onda dell’inglese che ormai impera nei provvedimenti del governo, arriva (e ha tutta l’aria di essere una nuova fregatura per l’imprenditore-contribuente) lo “split payment”.
Di cosa si tratti è presto detto: i fornitori di beni e servizi nei confronti dello Stato, degli organi dello Stato, degli enti pubblici territoriali (tipo i comuni), delle camere di commercio e degli istituti universitari dallo scorso 1° gennaio non incassano più l’Iva addebitata in via di rivalsa.
“Il nuovo meccanismo – spiegano all’ufficio tributario dell’Ascom – non incide sulla modalità di fatturazione ma su quello degli incassi sì nel senso che l’ente pubblico pagherà al fornitore solo l’imponibile e sarà esso stesso a versare l’Iva all’erario, peraltro con modalità ancora da definire”.
A prima vista sembrerebbe quasi un’agevolazione. In verità è un danno finanziario nei confronti del fornitore che continuerà a pagare l’Iva ai propri fornitori privati ma non potrà più incassarla dal proprio cliente pubblico.
“Il risultato – spiegano gli esperti tributari dell’Ascom – è che l’impresa, se è un fornitore abituale del pubblico ed il pubblico incide in misura consistente sul suo fatturato, si troverà stabilmente a credito ed il credito Iva, si sa, non viene rimborsato immediatamente ma almeno 5/6 mesi dopo”.
Il risultato è che l’impresa finirà per fungere da finanziatore del pubblico e per farlo, magari, dovrà anche indebitarsi con la banca.
“Un’operazione – commenta il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin – che avrà con ogni probabilità un riflesso sull’attività economica dell’impresa. Nella maggioranza dei casi, infatti, la percentuale dell’Iva è fissata al 22%. Quale impresa ha margini superiori a questa percentuale?”
Poche, forse nessuna.
“Naturalmente – concludono all’ufficio tributario dell’Ascom – il provvedimento ha una parte di retroattività. Una cosa espressamente vietata dallo Statuto del Contribuente ma praticamente sempre adottata nelle norme fiscali: chi ha emesso fattura nel 2014 ma verrà liquidato nel 2015 si vedrà decurtare la sua fattura dell’Iva”.
Come inizio d’anno non c’è davvero male!
Padova 9 gennaio 2015