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DATI INQUIETANTI SUI PRODOTTI CONTRAFFATTI

L’AZIONE DELL’ASCOM CONTRO LA CONTRAFFAZIONE TROVA CONFERME NEI DATI DIFFUSI IERI DALL’UNIONE EUROPEA (SISTEMA RAPEX): IL 28% DEI PRODOTTI “INTERCETTATI” SONO GIOCATTOLI PERICOLOSI PER LA SALUTE DEI NOSTRI BAMBINI.

BERTIN (ASCOM PADOVA): “PIU’ CHE UN “RAPID ALERT” SERVIREBBE UNA RAPIDA CHIUSURA DELLE CITTADELLE DELL’ILLEGALITA’“
“Fossi un genitore con bambini piccoli mi guarderei bene dal comprare prodotti che non siano più che certificati”.
Per Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom di Padova, una delle organizzazioni che più si battono contro la contraffazione, i dati pubblicati ieri dalla Commissione Europea sono la conferma, innanzitutto, che i Paesi dell’Unione sono invasi da prodotti contraffatti e, in secondo luogo, che i rischi per la salute sono elevatissimi.
“Nonostante nel 2014 – continua Bertin – il Sistema Rapex (Rapid Alert System) abbia impedito l’ingresso nella UE o disposta la rimozione dal mercato di quasi 2.500 prodotti, l’impressione è che per un prodotto “intercettato” mille ne vengano immessi sul circuito commerciale”. Significativa, in tal senso, proprio l’esperienza padovana dove, grazie alla spinta dell’Ascom e ad una collaborazione che ha coinvolto le istituzioni e le forze dell’ordine, numerosi sono stati i sequestri.
“Pur trattandosi di milioni di pezzi – ricorda il presidente Bertin – il fiorente mercato del falso non ha conosciuto rallentamenti forse anche in seguito ad una diffusa “tolleranza” che sembra sfociare in vere e proprie “coperture” che vanificano l’impegno di chi combatte il fenomeno”.
Può significare qualcosa, in tal senso, che la Cina, per altri versi ben presente in Italia nella produzione e nella finanza (non solo Pirelli: sono tante le aziende a capitale cinese anche nel nostro Veneto) rimanga saldamente il principale Paese d’origine dei prodotti pericolosi notificati nel sistema di allarme rapido?

“Nel 2014 come nel 2013 – sottolinea Bertin - il 64% del totale delle notifiche del Rapex ha riguardato prodotti provenienti dalla Cina e sembra sortire pochi risultati l’impegno della Commissione a collaborare strettamente con il governo di Pechino al fine di garantire che le autorità cinesi affrontino tutte le questioni di sicurezza dei prodotti in loco”.
Ma, tornando a bomba, perché i genitori dovrebbero preoccuparsi per i loro bimbi?
“Perché nel 2014 – precisa il presidente dell’Ascom - i giocattoli hanno rappresentato il 28% del totale intercettato, mentre gli indumenti, i prodotti tessili e gli articoli di moda hanno costituito il 23% del totale. Senza contare che i rischi chimici, di lesioni e di soffocamento sono stati tra i rischi segnalati più frequentemente per questi prodotti”.
Un campionario vario quello dei rischi chimici più comuni segnalati nel 2014: scarpe e articoli in cuoio (ad esempio il cromo VI, una sostanza che irrita la pelle), i giocattoli e gli articoli di puericultura (ad esempio gli addolcitori della plastica, che possono causare problemi di fertilità), e la bigiotteria (ad esempio metalli pesanti nocivi).
Per la cronaca, comunque, il Rapex non indaga né sugli alimenti né sui farmaci e i presidi medici.
“Ma quando nei nostri “blitz” nei diversi ingrosso cinesi della zona industriale di Padova– conclude Bertin – siamo andati con l’obiettivo non solo di smascherare i falsi, ma anche di documentare come si tratti di vere e proprie “cittadelle dell’illegalità” dove le parole “tasse, fatture e scontrini” non si possono tradurre e dove la sicurezza non è contemplata, alimenti, farmaci e presidi medici risultavano nel panel dei prodotti offerti”.
Da qui la reiterata richiesta: “Più che di un Rapid Alert System avremmo bisogno di una Rapida Chiusura delle Cittadelle dell’Illegalità. Solo così possiamo sperare di difendere la salute dei consumatori e la sopravvivenza delle aziende corrette, come sono quelle, ad esempio, del Centro Grossisti di via Portogallo”.

 

Padova, 26 marzo 2015