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IL SINDACO DI MONSELICE DECISO A FAR COSTRUIRE L’IPERMERCATO.

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PASQUALETTI (VICEPRESIDENTE ASCOM): “COME IN ALTRI COMUNI, SAREMO LA SPINA NEL FIANCO PER FAR DESISTERE GLI INVESTITORI DAL PROSEGUIRE NEL PROGETTO. NONOSTANTE LUNGHI NOI VOGLIAMO DIFENDERE IL CENTRO STORICO DI MONSELICE”

”A luglio via i lavori? Prima dovrà fare i conti con la nostra mobilitazione”.
Dopo che nei giorni scorsi era stato il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, a lanciare un primo “avviso” al sindaco di Monselice, Francesco Lunghi, che ha fatto approvare dalla giunta un Pua (Piano Urbanistico Attuativo)

per realizzare un ipermercato lungo via Colombo (“Ascoltare i geologi, riqualificare l’esistente e finirla con la “bufala” dei nuovi posti di lavoro” – aveva ammonito il presidente) è ora la volta del vicepresidente vicario, Franco Pasqualetti, a rincarare la dose.

“Lunghi dovrebbe sapere – dichiara il vicepresidente dell’Ascom – che sul contrasto alle grandi strutture di vendita abbiamo una lunga tradizione, spesso coronata da successi. Ed è una tradizione che non si basa solo sui comunicati, ma che fa della mobilitazione dei commercianti la sua “arma” affatto segreta”.

Note le “incursioni” ai consigli comunali di Due Carrare, di Abano Terme (celebre il filmato che vede i commercianti dell’Ascom rinfacciare al sindaco Luca Claudio di non avere mantenuto le promesse), di Limena (altrettanto “mediatiche” le vuvuzelas fatte risuonare sotto le finestre della Barchessa sede del municipio del comune della cintura), e via di questo passo.

“Il sindaco Lunghi sappia – continua Pasqualetti – che, nonostante lui, noi faremo di tutto per mantenere vivo il commercio di vicinato monselicense. Un commercio che è l’anima di un centro storico peraltro bellissimo e che non merita di essere immolato sull’altare degli oneri di urbanizzazione e dell’Imu che, evidentemente, stanno più a cuore al sindaco che non il futuro dei suoi concittadini che, una volta che i negozi saranno costretti a chiudere per le sue improvvide scelte, saranno chiamati a fare i conti con il degrado e con la desertificazione. Stendo infine un velo pietoso sulle promesse di nuovi posti di lavoro: le statistiche confermano che un posto creato in un centro commerciale ne fa perdere quattro tra titolari e dipendenti in un’area piuttosto ristretta. E poi per un centro che apre ce n’è sempre uno che chiude e Lunghi, visto che Tribano non è poi così distante, dovrebbe saperlo!”.
Ma se queste sono le fosche previsioni future, il presente è già individuato.

“Andremo a Palazzo Tortorini per il consiglio comunale – anticipa il vicepresidente Pasqualetti – e saremo una spina nel fianco nel caso, malaugurato, che si dovesse aprire il cantiere. Gli investitori a Limena hanno battuto in ritirata proprio in base a questa nostra determinazione che è la stessa che applicheremo a Monselice”.
Sullo sfondo, peraltro, le preoccupazioni per un dissesto idrogeologico che non sembra interessare il sindaco di Monselice nonostante gli studiosi sostengano che quando in pianura il terreno coltivato è inferiore alla metà della superficie complessiva l’equilibrio geologico è a rischio.

“E noi siamo scesi dal 54 al 44% - conclude il presidente dell’Ascom, Bertin– ovvero ben al di sotto della soglia di rischio”.


Padova, 15 aprile 2015