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PARCHEGGIO ALL'EX PRANDINA: PER L'ASCOM "S'HA DA FARE"

BERTIN (PRESIDENTE ASCOM): “E’ UNA NOSTRA IDEA CHE ABBIAMO LANCIATO, CON TANTO DI PROGETTO, NEL 2009”.
NON PRATICABILE, PER L’ASCOM, LA PROPOSTA DI UN PARCO LANCIATA DALLA MARCIA DELLA PACE
“Questo parcheggio s’ha da fare”.
Il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, rivendicandone la primogenitura, accoglie con favore la notizia della destinazione a parcheggio dell’ex Prandina e, viceversa, non ritiene praticabile l’idea del parco suggerita ieri dalla Marcia della Pace.
“Il parcheggio all’ex Prandina – spiega il presidente dell’Ascom – significa 500/600 posti utilissimi per ridare slancio alla città che ha bisogno di un grande park in grado di servire il centro di Padova, a partire da corso Milano”.
Un’idea, quella del parcheggio, che l’Ascom persegue fin dal 2009 quando, per l’ex Prandina, aveva presentato un progetto (con relativa conferenza stampa sul terrazzo di uno dei palazzi prospicienti l’area) che consisteva in un percorso attrezzato, esclusivamente pedonale, che partendo dall’ex Prandina, pensava a superare con una passerella pensile riviera San Benedetto, attraversava il Piovego grazie alla passerella pedonale esistente, entrava in via Patriarcato che, grazie ai portici e, magari, ad una rinnovata presenza di negozi, sarebbe potuta diventare una sorta di “percorso commerciale coperto”, si immetteva in piazza Capitaniato, dove (consigliava l’Ascom) si sarebbe potuto allestire un mercatino permanente e sbucare così in piazza dei Signori, “terminal pedonale” privilegiato per poi godere di uno dei centri commerciali naturali più importanti d’Italia. Il tutto in un tempo stimato di non più di 5 minuti da quando l’automobilista avrebbe lasciato la tangenziale per percorrere il cavalcavia Chiesanuova, via Vicenza, entrare in corso Milano, parcheggiare all’ex Prandina e fare il percorso pedonale fino in centro.

“In quel frangente – continua Bertin - non erano mancate le critiche (Legambiente che, coerentemente, oggi conferma le sue posizioni), ma nemmeno gli apprezzamenti (il professor Mistri, innanzitutto).
“Ho detto più volte – aggiunge il presidente dell’Ascom Confcommercio – che con Legambiente ci troviamo perfettamente in sintonia quando ci battiamo per non consumare il territorio con inutili nuove costruzioni (leggasi: centri commerciali) , ma in questo caso siamo su fronti opposti: noi riteniamo che la città non debba respingere e siamo anche convinti che trovare un parcheggio facile eviti quell’assurdo girare a tutto gas di scarico che possiamo constatare ogni giorno intorno a piazza Insurrezione”.
Nelle valutazioni dell’Ascom una città moderna non può fare a meno dei parcheggi. Non può fare a meno di quelli scambiatori posti in corrispondenza dei capolinea del tram (ed in grado di supportare chi in città ci viene per lavorare), di quelli a ridosso del centro cittadino (come potrebbe essere l’ex Prandina), ma anche di quelli “operativi” (massimo 15/30 minuti, posti all’interno della città e destinati alla sosta brevissima per uno, due acquisti).
“Essere a priori contrari ai parcheggi – aggiunge Bertin - significa non pensare al futuro anche perché si sta andando sempre più verso auto poco o affatto inquinanti. In questo senso quanti sono assertori del “no parking” dovrebbero verificare come affrontano gli analoghi problemi le città del nord Europa (Austria e Svizzera, in primis, ma anche il nostro Sudtirolo, un territorio che ha fatto del rispetto dell’ambiente il suo “marchio di fabbrica” per vincere la difficile partita del turismo), dove a centri storici liberi dalle auto in superficie, corrispondono parcheggi interrati o in silos nei medesimi centri storici”.

 

Padova, 26 maggio 2015