
PROVOCAZIONE CHOC DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA: VISTO CHE NESSUNO PIU’ RISPETTA LE REGOLE ALLORA E’ MEGLIO ABOLIRE I SALDI
Ufficialmente sono partiti il 4 luglio.
“Ma sono settimane – dichiara il presidente di Federmoda Ascom Padova, Franco Pasqualetti - che, soprattutto la grande distribuzione e le catene hanno martellato i consumatori di messaggini con sconti applicati ben prima del 4 luglio. A questo punto, visto che nessuno è in grado di far rispettare le regole, è meglio se i saldi li aboliamo”.
Quello che da tempo è un’idea che all’Ascom stanno valutando con attenzione, diventa ora una proposta choc: basta saldi, o comunque basta a questa giungla dove vige la legge del più forte che si fa spallucce della legge.
“Visto che non siamo in grado di fissare limiti temporali certi – continua Pasqualetti – e considerato che i nostri tentativi di procrastinare i saldi a fine stagione sono stati sempre più disattesi, allora è meglio effettuarli quando il singolo negozio ritiene di poter mettere a disposizione della propria clientela prodotti a prezzo agevolato.
Una provocazione, quella di Federmoda Padova, che trova pieno sostegno anche da parte del presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin.
“In questi ultimi anni – spiega il presidente dell’Ascom – abbiamo assistito a tutto e al contrario di tutto: catene che per superare i limiti imposti dalla legge annunciano la “chiusura definitiva” salvo poi continuare regolarmente l’attività. Gruppi che inviano sms anche un mese prima dell’avvio regolamentato mettendo così in difficoltà i negozi tradizionali che, ovviamente, non dispongono né dei numeri né delle strutture dei più grandi”.
Risultato? Una macroscopica disparità che la legge, di fatto, viene a realizzare: si multa chi magari espone un cartellino in vetrina otto ore prima dell’avvio ufficiale dei saldi e non si può far nulla contro chi ha di fatto già avviato la campagna con l’invio massivo di migliaia di messaggini.
“Non solo – continua Pasqualetti –: la multa comminata indifferentemente al “grande” (quando magari scrive “chiusura totale” e non è vero) e al “piccolo” che espone un cartellino, risulterà essere pesantissima per il negozio di vicinato e trascurabile per la grande catena. Così finisce che quest’ultima, in barba alla legge, se ne frega sia delle norme che delle multe, incassa in anticipo e fa concorrenza sleale”.
Dunque, come spesso accade, a leggi di per se stesse anche buone corrisponde la refrattarietà del comportamento degli italiani.
“Come si dice – conclude Pasqualetti – in Gran Bretagna tutto è permesso fuorchè ciò che è vietato; in Germania tutto è vietato fuorchè ciò che è permesso; in Italia tutto è permesso anche ciò che è vietato. O facciamo un salto culturale o tutto è alla mercè di chi sa fare la voce più grossa”.
In attesa di capire se l’idea potrà farsi strada (ma una cosa analoga è già stata adottata dalla Provincia Autonoma di Trento), sono intanto partiti i saldi “regolari” che prevedono semplici regole da rispettare per la loro corretta gestione: sui cartellini degli articoli vanno indicati prezzo iniziale, percentuale di sconto e prezzo finale; non è più necessario comunicare al Comune la data di inizio e di fine dei saldi prevista per la fine di agosto.
Padova 6 luglio 2015
