GHIRALDO (PRESIDENTE CONCESSIONARI ASCOM): “NIENTE A CHE VEDERE CON I VOLUMI PRE-CRISI MA FINALMENTE LA FIDUCIA NON E’ SOLO UN “SENTIMENT” MA VENDITE REALI”
A luglio la bellezza di 2022 vetture contro le 1564 dello scorso anno. Il che equivale a dire che l’aumento è stato del 29,28%. Un po’ meno bene il dato rapportato ai primi sette mesi dell’anno, ma pur sempre un +13,02% che fa ben sperare gli operatori del settore che, finalmente, cominciano a trasferire sulle vendite reali il “sentiment” di una ripresa che finora era solo percepita.
“Direi che finalmente siamo in presenza di numeri interessanti – commenta Massimo Ghiraldo, presidente dei concessionari auto/moto dell’Ascom Confcommercio di Padova – che ci consentono di abbandonare le cautele dei mesi precedenti permettendoci di dire che il mercato finalmente si è ripreso”.
Con Padova che torna ad essere la provincia, tra le cinque venete con volumi significativi (Belluno e Rovigo valgono suppergiù un quarto delle altre), che registra la migliore performance in termini di percentuali di crescita: appunto un 29,28% contro il 23,10% di Vicenza, il 22,57% di Venezia, il 21,18% di Treviso ed il 12,09% di Verona.
Bene un po’ tutti i marchi con Fiat che nel raffronto luglio 2015 su luglio 2014 mette a segno un +64,21% decisamente significativo visto che stiamo parlando del marchio con la maggiore quota di mercato (15,43 nel mese, 15,91 nei primi sette dell’anno), ma fanno bene, sempre con riferimento ai marchi che vendono nel mese più di cento vetture, anche Opel e Mercedes (+49,45% la prima, +45,28% la seconda), Ford (27,08%), Renault (20,91%), Volkswagen (18,95%) e Peugeot (16,82%).
Significativo il passo in avanti di Kia che con le sue 91 vetture vendute a luglio e le 594 del periodo gennaio/luglio, va a coprire una quota di mercato che, nel mese, è pari al 4,5%.
Pochi i segni negativi tra cui spicca Citroen che riduce la sua quota di mercato ad un 1,74% da gennaio a luglio con una perdita del 35,21% in termine di vendite.
“Nel complesso – continua Ghiraldo – il mercato dimostra una certa vivacità, peraltro in linea con quanto sta avvenendo in tutta Europa. Purtroppo in Italia rimaniamo ancora ben distanti dai volumi pre-crisi e questo anche in conseguenza di un paio di fattori affatto marginali: i costi assicurativi, tra i più alti d‘Europa e, soprattutto, le imposte sui carburanti che rappresentassero i due terzi del costo alla pompa”.
Padova, 17 settembre 2015