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SALARIO MINIMO? MEGLIO IL CONTRATTO COLLETTIVO

L PRESIDENTE DELL’ASCOM, PATRIZIO BERTIN: “IRRINUNCIABILE IL CONTRATTO COLLETTIVO, IMPENSABILE IL SALARIO MINIMO”
“In un Paese come l’Italia dove le diversità sono ricchezza (si pensi solo al cibo che tanto successo sta avendo all’Expo e attorno all’Expo) costringere tutte le imprese ad indossare un’unica divisa non porterà ad alcun vantaggio, anzi metterà in seria difficoltà soprattutto le piccole imprese che, forse è il caso di ricordarlo, rappresentano il 98% del tessuto produttivo”.
Non piace al presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, l’idea che si possa rinunciare al contratto nazionale e non gli piace nemmeno l’ipotesi di un salario minimo.
"Ripeto: in un sistema produttivo fatto prevalentemente di piccole e piccolissime aziende - ha detto ancora Bertin - un contratto nazionale di riferimento è una condizione indispensabile. Una legge uguale per tutti oltre che controproducente sarebbe anche profondamente ingiusta perché ritengo che sia corretto lasciare le retribuzioni ai contratti collettivi che sono frutto di accordi che tengono conto dell'andamento economico dei diversi settori e di conseguenza ne stabiliscono le retribuzioni settore per settore".
Ma c’è di più nel ragionamento del presidente dell’Ascom.
“Nessuno vuol mettere in discussione il ruolo dell’industria – aggiunge Bertin – ma è tempo che il governo prenda atto che l’industria non è più l’unico motore del Paese. In Italia e più ancora nel nostro territorio, è il terziario che muove l’economia ed è Confcommercio che, forte di una credibilità e di una presenza capillare, ha sottoscritto con i sindacati un contratto che (magari ai più sfugge ma è una realtà estremamente significativa), è il più importante visto che interessa tre milioni di addetti.

Un contratto peraltro di grande valenza innovativa, dal momento che ha saputo affrontare i problemi della flessibilità combinandoli con la richiesta di maggior salario. Di questo il governo deve rendersi conto, evitando di appiattirsi sul contrasto industria – sindacato che rischia di essere fuorviante e, peggio ancora, rischia di privare la maggioranza schiacciante delle imprese di uno strumento, qual è il contratto collettivo, che è un patrimonio al quale sarebbe assurdo rinunciare visto che è uno strumento di garanzia per le imprese e per i lavoratori”.
Infine una constatazione:
“In questi anni di crisi – conclude il presidente dell’Ascom - le associazioni come la nostra hanno fatto molto per evitare la chiusura delle aziende di piccole dimensioni anche sfruttando le opportunità della bilateralità che è un ulteriore strumento, naturalmente legato al contratto, che a Padova è stato ben applicato”.

 

Padova 9 ottobre 2015