IL PROBLEMA DELL’ABUSIVISMO E L’INVITO DELL’ASCOM AD INTENSIFICARE I CONTROLLI
Se c’è una ricorrenza tradizionale che più di altre si presta a motivare un omaggio floreale questa è San Valentino.
“Dirlo con un fiore - spiega Pierpaolo Varotto, presidente dei fioristi associati all’Ascom- è da sempre un qualcosa che, di per sé, vale molto più delle parole. Dirlo poi alla persona amata, a San Valentino, è un “plus” dal significato simbolico straordinario purchè il fiore sia di qualità e alla sua preparazione si sia applicato un professionista preparato”.
Dunque “vade retro” fiori “usa e getta”, di incerta provenienza, che appassiscono subito e che danno l’idea, in chi li riceve, di un’improvvisazione che è al limite della dimenticanza.
“Purtroppo – continua Varotto – il problema dell’”abusivismo floreale” soprattutto in occasioni come queste, è un dato di fatto ed è pertanto importante che si sappia che dietro una diffusa solidarietà nei confronti degli ambulanti abusivi, si cela un fiorente mercato fatto di fornitori senza tanti scrupoli che, grazie a questa copertura “solidaristica”, lucrano sulla pelle di tanti poveri immigrati ottenendo lauti ricavi assolutamente esentasse”.
Un problema annoso che i fioristi dell’Ascom continuano a portare all’attenzione delle autorità preposte al controllo.
“Ovviamente – prosegue il presidente dei fioristi dell’Ascom padovana – l’esperienza ci insegna che non è lecito farsi soverchie illusioni. Ciò nonostante ci sentiamo di dover sollecitare ancora una volta chi è deputato al controllo perché il danno nei nostri confronti è cospicuo e porta una profonda frustrazione che nasce dalla constatazione che la legalità, in questo Paese, è una sorta di “optional”: vale per alcuni (i commercianti regolari soggetti alle incombenze burocratiche, fiscali e amministrative, ai controlli e alle sanzioni), non vale per altri. E, soprattutto, non vale per chi, a monte della filiera, sfrutta il giusto sentimento umanitario della gente che però, per quanto riguarda i “padroni del vapore”, sentimento umanitario non è, ma è invece scientifico sviluppo di un’attività criminosa!”
Padova, 12 febbraio 2015