I LAVORATORI NON VEDONO VANTAGGI NELL’ANTICIPO DEL TFR IN BUSTA PAGA: A POCHI GIORNI DALL’AVVIO DELL’OPERAZIONE ALL’ASCOM “ZERO RICHIESTE ZERO”
Nessuna.
“Dalle imprese che si servono del nostro servizio paghe – segnala il direttore dell’Ascom, Federico Barbierato – non è arrivata nessuna richiesta per portare il TFR nella busta paga dei lavoratori”.
E’ vero che manca ancora qualche giorno all’avvio dell’operazione che consentirà ai lavoratori dipendenti di incassare il TFR mensilmente e direttamente in busta paga, sia per coloro che hanno il TFR in azienda che per quelli che lo hanno destinato ai fondi pensione, ma il silenzio assoluto sembra dirla lunga sulla freddezza con cui i lavoratori hanno accolto l’idea del governo Renzi.
Un provvedimento, quello del TFR in busta paga, destinato a durare fino al 30 giugno 2018 e che prevede che per i lavoratori con retribuzione annua superiore ai 15 mila euro la somma erogata mensilmente subisca una tassazione crescente in relazione all’incremento del reddito, mentre per le imprese, che comunque dovranno versare al dipendente una sorta di “aumento” di stipendio, per compensare il mancato accantonamento delle somme legate al TFR dovranno, con buona probabilità, chiedere dei finanziamenti ad hoc che le banche magari concederanno ma che, ovviamente, si faranno pagare.
“A prescindere dalle considerazioni di opportunità pensionistica legate a questa scelta – sottolinea Barbierato – e da valutare attentamente, resta da stabilire l’oggettivo vantaggio di una operazione del genere per il lavoratore, che a fronte di un modesto incremento in busta paga (pure soggetto a tassazione) vedrà penalizzata la propria posizione non solo ai fini della liquidazione di fine carriera lavorativa, ma anche per quanto riguarda il calcolo dell’ISEE o delle varie detrazioni fiscali”.
Sembra dunque che, come recita la vecchia saggezza popolare, i dipendenti stiano guardando più “alla gallina domani” che non “all’uovo oggi”. Anche perché di quell’uovo il fisco si prenderebbe il tuorlo e, fino a prova contraria, questo sarà anche un Paese di tartassati ma sicuramente non di fessi!
“Evidentemente – conclude il direttore dell’Ascom - la sirena renziana non ha ammaliato e tutto lascia presagire che non lo farà”.
Padova, 27 marzo 2015