ENASARCO COMMISSARIATA? TREVISAN (ASCOM PADOVA): “NON PERMETTEREMO QUESTO FURTO DA PARTE DELLO STATO”
“Non permetteremo che, ai nostri danni, si attui un vero e proprio furto”.
Non usa il fioretto Carlo Trevisan, presidente degli agenti e rappresentanti di commercio dell’Ascom di Padova (e coordinatore triveneto per Fnaarc Confcommercio) per contrastare l’ipotesi, avanzata dal presidente della Commissione Parlamentare di Controllo, Lello Di Gioia, di commissariamento dell’Enasarco, l’ente di previdenza della categoria.
"La Fondazione Enasarco – incalza Trevisan - ha una solida tenuta finanziaria in grado di garantire sia le pensioni attuali che quelle future. Le scelte che sono state compiute nell’ultimo periodo hanno realizzato migliori rendimenti sul piano finanziario e anche il piano di dismissione degli immobili sta procedendo positivamente con una plusvalenza realizzata sulle vendite degli immobili superiore al 30% del valore di bilancio".
Una iniziativa improvvida, dunque, il commissariamento, dietro la quale Trevisan vede il tentativo, da parte dello Stato, di appropriarsi dei fondi dei privati per sistemare i conti disastrati delle finanze pubbliche.
“Per quanto ci riguarda – continua il presidente degli agenti e rappresentanti dell’Ascom – gli ottimi rapporti che abbiamo da sempre con la dirigenza Enasarco, ci hanno consentito di seguire passo passo l’evolversi della situazione non mancando di offrire anche il nostro contributo di idee e di suggerimenti”.
Si potrebbe quasi dire che la richiesta di Di Gioia sia un maldestro tentativo di mettere in discussione il valore di rappresentanza delle parti sociali che garantisce l'autonomia dell'ente a tutela dei suoi iscritti. Ma Trevisan non vuole limitarsi a seguire la vicenda ed intende muoversi anche nei confronti dei livelli nazionali.
“L’idea del presidente Di Gioia – rincara la dose il presidente Trevisan – è semplicemente ingiustificata e allarmistica. E direi anche un tantino autolesionistica. Se infatti il bilancio di Enasarco è stato verificato dalla Corte dei Conti e se il controllo spetta al Ministero, con chi vuole prendersela Di Gioia? Forse con lo stesso ministro Poletti?”
“Io voglio sperare – conclude il presidente degli agenti e rappresentanti padovani – che a Roma si torni a più miti consigli e si tolgano le mani da un patrimonio che è il frutto del lavoro di gente che ogni anno si sobbarca anche 100 mila chilometri pur di contribuire a mantenere le proprie famiglie e, pagando le tasse, anche a sostenere i conti di uno Stato che sembra sempre più ostile nei confronti dei cittadini”.
Padova, 30 gennaio 2015