AL SENATO RISCHIA DI NON PASSARE (DOPO UN VOTO FAVOREVOLE QUASI UNANIME ALLA CAMERA) LA LEGGE CHE LASCIA AGLI ALBERGATORI LA POSSIBILITA’ DI PUBBLICIZZARE PREZZI PIU’ BASSI RISPETTO A QUELLI PUBBLICATI SUI GRANDI PORTALI.
LA PRESIDENTE DEGLI ALBERGATORI DELL’ASCOM, MONICA SORANZO: “SE NON PASSA E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE SIAMO UN PAESE DI TAFAZZI!”
Domanda: è mai possibile che un provvedimento di legge che alla Camera viene approvato con 434 voti favorevoli e solo 4 contrari possa rischiare di non essere approvato in Senato?
In Italia questo sembra possibile. Tanto possibile da far rischiare alla norma che metterebbe un freno alle clausole contrattuali che vengono imposte dai grandi portali di prenotazione alberghiera per impedire agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sugli stessi portali (cosiddette clausole di parity rate o best price), di non essere approvato.
“Qualcuno – accusa la presidente degli albergatori di Padova Hotels Ascom, Monica Soranzo - vorrebbe farci credere che i padroni della rete si stanno prodigando per tutelare gli interessi dei pesci piccoli. E’ totalmente falso e di questo devono rendersi conto quei senatori che sembrano invece propensi a farsi ammaliare dalle lusinghe delle lobbies dell'antiturismo. A questi signori noi diciamo chiaramente: confermino, senza nessuna modifica, il testo approvato dalla Camera e la smettano di danneggiare uno dei settori più importanti dell’economia nazionale!”
Chiarissimo. Ma perché gli albergatori vogliono liberarsi dalla stretta dei grandi portali di prenotazione?
“Perché – continua Soranzo – in tale modo vengono tutelati i consumatori (ai quali viene offerta la possibilità di accedere a tariffe più basse),vengono salvaguardate le imprese (che vengono poste in condizione di sviluppare liberamente le proprie politiche commerciali) e si aiuta anche l'erario (che viene a beneficiare di un maggior gettito, altrimenti destinato ad altri stati o paradisi fiscali)”.
In un Paese normale, alle prese con tutta una serie di contenziosi con le grandi compagnie del web, questo dovrebbe bastare e avanzare. In Italia no. Ed è curioso che questo accada se lo poniamo a confronto con quanto succede in altri Paesi nostri agguerriti competitor.
“In Francia – spiega la presidente di Padova Hotels Ascom - la legge Macron, in vigore dal 7 agosto 2015, ha sancito la nullità delle clausole “pro portali”, affermando la piena libertà degli alberghi di riconoscere ai clienti sconti e altri vantaggi tariffari. Analogo ragionamento per la Germania dove l'Autorità Antritrust (Bundeskartellamt), con decisione del 23 dicembre 2015, ha proibito a Booking.com di utilizzare le clausole di parity rate, ordinandone la cancellazione da tutti i contratti.
Un'analoga decisione, adottata dall'Autorità tedesca nel dicembre 2013 in relazione al portale HRS, è stata confermata dal Tribunale amministrativo di Dusseldorf nel gennaio 2015. Il Bundeskartellamt ha attivato anche un procedimento nei confronti di Expedia, relativo al medesimo argomento”.
Evidente, a questo punto, che se il Senato non approvasse la legge, si determinerebbe uno squilibrio competitivo tra sistemi, a tutto vantaggio di due Paesi (la Francia e la Germania) che, evidentemente, hanno più a cuore gli interessi delle loro economie.
“Noi – conclude Monica Soranzo – vogliamo ancora credere che la legge, alla fine, passerà. In caso contrario vorrebbe dire che siamo un Paese di Tafazzi con una classe dirigente, espressione del “Paese legale”, tanto distante dal “Paese reale” da finire per danneggiarlo!”
Padova 16 marzo 2016
