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ANCHE A PADOVA PREMIARE L'IDENTITA' STORICA DEI NEGOZI

A FIRENZE NUOVO REGOLAMENTO COMUNALE DEI NEGOZI PER SALVAGUARDARE L’IDENTITA’ STORICA.
BERTIN (ASCOM PADOVA): “L’AMMINISTRAZIONE VALUTI UN’IDEA PREMIALE DEL TIPO ANCHE PER PADOVA”

Firenze l’ha già deciso e pare che Napoli ci stia pensando: valorizzare gli esercizi del centro storico che promuovono le produzioni locali. Esemplificando: a Firenze se vuoi aprire un nuovo esercizio alimentare devi esporre prodotti toscani per il 70%.
“Non sarebbe male – commenta il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin - se anche l’amministrazione di Padova si muovesse in questo senso. Magari con obiettivi premiali più che di penalizzazione ma con l’obiettivo di fare del centro storico cittadino un sito dove le produzioni locali godano di un vantaggio competitivo”.
A Firenze l’ordinanza municipale muove dal fatto che l’area centrale è sito Unesco e l’immagine va dunque garantita. Così non si potrà evitare di non avere il bagno nei locali sotto i 40 metri e non si potrà snaturare Ponte Vecchio inserendo fast food al posto di gioiellerie. Tradotto: un stop alla deregulation introdotta dal governo Monti che ha liberalizzato un po’ tutto, non solo gli orari e le giornate di apertura dei negozi.
“Qui si tratta – continua Bertin – di fare tesoro delle cose che già si stanno facendo vedendo di inquadrarle in un contesto che suoni come miglioramento della nostra offerta in chiave turistica”.

Bene dunque l’idea dell’amministrazione di proporre come sito seriale Unesco “Padova Urbs Picta Giotto e il Trecento”, così come non va sprecata l’esperienza della patente a punti laddove, come nell’esempio fiorentino, si propone di combattere l’abuso dell’alcol. Analogo ragionamento per l’accessibilità al centro cittadino oggetto di un progetto specifico dell’Ascom per far sì che i negozi siano “frendly” per chi deve fare i conti con una disabilità o, più semplicemente, è una mamma alle prese con una carrozzina.
“Ciò che l’iniziativa dell’amministrazione fiorentina evidenzia – conclude Bertin – è la necessità di governare lo sviluppo dei nostri centri storici ed in questo senso non può essere la stessa cosa una via del nostro Ghetto ed un’area a ridosso del porto di Rotterdam. Per cui: si prenda spunto da Firenze e si costruisca un confronto tra amministrazione ed attori del turismo e del commercio per giungere ad una forma di valorizzazione di ciò che è tipicamente padovano, un “valore” al quale non possiamo rinunciare se vogliamo che la tipicità divenga un “plus” della nostra offerta”.

 

Padova 18 marzo 2016