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ASSONIDI PADOVA: ESCLUSI DAI CONTRIBUTI

AUMENTATI O DIMINUITI I CONTRIBUTI COMUNALI AL SOCIALE?
ASSONIDI ASCOM PADOVA: “NOI COMUNQUE SEMPRE ESCLUSI (ANCHE AI TEMPI DI PIRON) E LE FAMIGLIE CHE A NOI SI RIVOLGONO SEMPRE DISCRIMINATE”
Ma i contributi comunali al sociale sono aumentati o sono diminuiti? La questione che ha portato l’assessore Sodero a scontrarsi con l’opposizione in consiglio comunale per Assonidi è argomento da osservare, purtroppo, in lontananza.
“Aumentati o diminuiti a noi poco importa – commentano Doriana Maria Mason e Monica Bettio, rispettivamente presidente e vice del gruppo che fa capo all’Ascom di Padova – dal momento che a noi, di quattrini, non ne sono arrivati né prima né adesso, ed anzi siamo stati “scientemente” emarginati col risultato che i nostri bimbi e le loro famiglie sono ufficialmente ascrivibili alla categoria dei “discriminati” di lungo corso”.
Nota la “querelle”: ai piccoli che frequentano i nidi privati padovani che si riconoscono in Assonidi Ascom non viene riconosciuto il contributo diversamente assegnato dall’assessorato alle politiche scolastiche ed educative alle strutture che fanno capo per la maggior parte a Fism e Spes.
“Non so come chiamare diversamente da “discriminazione” – sottolinea la presidente Mason – l’esclusione che tutte le amministrazioni succedutesi in città da quando siamo nate come organizzazione hanno operato nei nostri confronti. Un’esclusione incomprensibile visto che i nostri nidi svolgono la stessa attività di quelli che godono del contributo”.
“Al Comune – incalza la vicepresidente Bettio - abbiamo presentato richieste e anche memorie per ribadire un concetto sul quale si è espresso, a diverso titolo, più di un Tar: non è legittimo discriminare. Non solo: le strutture nostre associate che svolgono la loro attività in altri comuni ricevono tranquillamente il contributo”.
A Padova no. Dal Comune, compreso il periodo nel quale a “governare” l’assessorato c’era Claudio Piron (che oggi punta il dito contro Sodero, ma che nel periodo in cui avrebbe potuto, non ha preso minimamente in considerazione le richiesta di Assonidi) la risposta è sempre stata di questo tenore: niente contributo dal momento che (si può leggere in una nota della fine dello scorso anno a firma del capo settore dei servizi scolastici del Comune di Padova) “negli asili nido comunali o in quelli già precedentemente convenzionati permane una certa disponibilità di posti che ben possono concorrere a soddisfare presenti necessità dell’utenza”.
“E questa sarebbe una giustificazione? – si interroga Mason – Io credo che il ragionamento non faccia una piega per gli asili comunali, ma per tutti gli altri non si comprende perché ci debbano essere asili di serie A e asili di serie B, visto che in entrambi i casi svolgiamo lo stesso lavoro, dobbiamo sottostare alle stesse normative, ci dobbiamo dotare dei medesimi operatori professionali”.
“Sembra quasi – conclude Bettio – che il mancato contributo voglia penalizzare le nostre strutture che sono in grado di garantire la massima flessibilità oraria per venire incontro alle mamme lavoratrici, comprendendo anche su richiesta l’opzione del sabato mattina. Evidentemente chi viene veramente incontro alle esigenze delle donne che lavorano fino a tardi va penalizzato, con buona pace di chi si straccia le vesti se poi le coppie non vogliono figli!”.

 

Padova 20 ottobre 2016