CEDOLARE SECCA SUGLI IMMOBILI COMMERCIALI PER RIDARE FIATO AL COMMERCIO NEI CENTRI CITTADINI, RECUPERARE IL PATRIMONIO EDILIZIO E FAVORIRE LA RIPRESA IMMOBILIARE.
DOPO IL PRESIDENTE BERTIN, ANCHE LA FIMAA ASCOM (AGENTI IMMOBILIARI) SPOSA LA LINEA DI CONFCOMMERCIO NAZIONALE
L’idea è del presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, subito sposata, a livello locale, dal presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin: cedolare secca per le locazioni commerciali al fine di mantenere vivi città e paesi.
Adesso, a sostenere l’idea, arriva anche la valutazione positiva dei professionisti del settore, ovvero degli agenti immobiliari della Fimaa-Ascom, che per bocca del presidente, Guerino Polito, sottoscrivono in pieno ad anzi rilanciano.
"Condividiamo totalmente la proposta d'introdurre la cedolare secca per le locazioni commerciali – conferma il presidente – sia perché darebbe nuovo slancio al mercato ma anche perché servirebbe a calmierare il prezzo degli affitti”.
Una soluzione, quella della cedolare secca, che sembra veramente una sorta di “uovo di Colombo” applicato al mercato immobiliare che potrebbe giovarsi del recupero edilizio dei tanti locali commerciali in disuso o peggio ancora abbandonati, a vantaggio del decoro delle città.
“Sarebbe – continua Polito - un modo efficace per combattere la desertificazione aiutando nel contempo la ripresa immobiliare”.
C’è poi un altro aspetto che, nel giudizio della vicepresidente vicaria del gruppo e consigliera di Ascom, Silvia dell’Uomo, merita di non essere trascurato.
“Negli anni ‘80 e ‘90 – sostiene la vicepresidente vicaria della Fimaa Ascom di Padova - molti cittadini hanno investito i loro risparmi in immobili ubicati in zone centrali. Un investimento che aveva anche un valore di prospettiva: poter usufruire, una volta in pensione, dei servizi e dei tanti vantaggi correlati alla posizione, come quello di fare la spesa senza la necessità dell'utilizzo dei propri mezzi. Di più: in quegli anni non ci si pensava, ma oggi direi che fare la spesa senza spostarsi con la vettura avrebbe anche evidenti effetti benefici sull'ambiente”.
Invece oggi, paradossalmente, proprio a causa della chiusura dei negozi di vicinato, gli stessi cittadini sono costretti a raggiungere i centri commerciali che nel frattempo sono sorti nelle periferie.
“Senza contare – riprende il presidente Polito - che la desertificazione dei centri storici ha sviluppato, come conseguenza, anche un problema di sicurezza. Le vetrine spente e le saracinesche abbassate dei negozi dei centri storici della città e dei paesi sono un assist formidabile alla criminalità che aumenta l'insicurezza dei cittadini”.
Dunque: obbligatorio recuperare.
“Favorire il recupero anche degli esercizi commerciali attraverso una tassazione meno “invasiva” – concludono alla Fimaa Ascom - attraverso la riqualificazione energetica del già edificato, avrebbe solo vantaggi. In primis: ripresa del mercato immobiliare e, in secondo luogo, affitti più abbordabili”.
Padova 21 gennaio 2016