BERTIN (ASCOM PADOVA): “IL GIUDICE DI PACE DOVREBBE FARE UN GIRO IN QUEI LOCALI: POTREBBE COMPRARE DI TUTTO, DAL CONTRAFFATTO AL PERICOLOSO PER LA SALUTE”
“Ci mancava anche l’assoluzione del giudice di pace per convincere anche gli ultimi restii che a comprare illegale, come direbbe Peppino di Capri “nun è peccato”. Peccato però che la salvaguardia valga solo per la “cittadella dell’illegalità” dei vari ingrosso cinesi di corso Stati Uniti, mentre per i commercianti regolari la presunzione è sempre e soltanto quella dell’evasione”.
Non ci sta Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom di Padova, a far passare sotto silenzio l’annullamento delle sanzioni a carico di un paio di commercianti che erano stati “beccati” dalla polizia municipale a vendere al minuto.
“Sono anni – continua Bertin – che lamentiamo che quegli ingrosso vendono al minuto materiale il più delle volte o contraffatto o pericoloso per la salute. Adesso il giudice di pace sostiene che non ci sono gli estremi per sanzionare i soggetti nonostante i clienti abbiano confermato l’avvenuto acquisto “al minuto”. Allora mi chiedo: qual è il senso di tutto questo? Dobbiamo arrenderci all’illegalità certificata da sentenza?”
Ciò che il giudice sembra non avere preso in considerazione e che invece è stato ampiamente documentato anche da servizi televisivi su scala nazionale (tutti ricorderanno l’incursione di Moreno Morello con l’allora presidente dell’Ascom e attuale della Camera di Commercio, Fernando Zilio o la troupe delle Iene malmenata all’interno di quei locali) è che all’interno dell’hub della contraffazione si vende di tutto (alimentari compresi) a tutti.
“Siccome ho il sospetto che il giudice di pace non conosca quella realtà – conclude Bertin – gli propongo una visita “in incognito”. Noi ne abbiamo fatte parecchie documentando senza ombra di dubbio che la vendita al minuto è la prassi. Basterà che anche lui compri, che ne so, dei prodotti per la scuola e vedrà che non avrà difficoltà alcuna a riempire la borsa. L’unica negatività, semmai, è quella di entrare in contatto con prodotti dannosi per la salute e persino cancerogeni come succede a tutti quelli che comprano articoli che la Guardia di Finanza continua a sequestrare. Sequestri che evidentemente ai commercianti “no low” non fanno un baffo visto che di chiusura della “cittadella dell’illegalità” nemmeno si parla ma finiscono in fanteria anche le multe che, visti i volumi d’affari di quei soggetti (si leggano, in proposito, i libri di Antonio Selvatici che spiegano dove finiscono i miliardi del commercio cinese), non credo siano letali per l’attività, ma almeno avrebbero il vago sapore della giustizia e un po’ meno il retrogusto amaro del cavillo che fa tanto “tana libera tutti!”
PADOVA 21 SETTEMBRE 2016