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TAVOLO PERMANENTE PER SEMPLIFICARE LA TASSAZIONE

TASSE LOCALI AUMENTATE IN 20 ANNI DEL 248%.

IN VISTA DELL’ARRIVO DELLA LOCAL TAX (CHE DOVREBBE SEMPLIFICARE LA STRUTTURA DELLA TASSAZIONE SUL TERRITORIO) DALL’ASCOM ARRIVA LA PROPOSTA DI UN TAVOLO PERMANENTE TRA COMUNI E CATEGORIE ECONOMICHE.
IL PRESIDENTE BERTIN: “PERCHE’ PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE”

Non si sa bene se sia una minaccia o una promessa.
In linea teorica il varo della local tax, lo strumento che dovrebbe semplificare la struttura della tassazione sul territorio, dovrebbe essere cosa buona e giusta.
“Ma il condizionale resta d’obbligo – mette le mani avanti Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom di Padova – dal momento che, in questi anni, di cose buone ne abbiamo viste pochine e, di giuste, anche meno.
In effetti l'eliminazione della tassazione sulla prima casa ha sì interrotto l'aumento del livello delle imposte locali che imperversava da quindici anni, ma ciò non toglie che la pressione fiscale riconducibile alle amministrazioni locali resti al massimo storico.
Lo ha rilevato, nero sui bianco, uno studio di Confcommercio che ha documentato come, negli ultimi venti anni (1995-2015) le tasse locali siano passate da 30 a 103 miliardi di euro (+248%), mentre nello stesso periodo di tempo le tasse centrali siano cresciute del 72% da 228 miliardi a 393 miliardi. Di più: se nel 1998 meno del 9% dell'imposizione diretta era riconducibile alle amministrazioni locali a fine 2014 tale quota è salita al 15%.
“L’analisi – continua Bertin – ha evidenziato che dal 2011 al 2015 le imposte sugli immobili sono cresciute del 143%, passando da 9,8 miliardi a 23,9 miliardi di euro (ma nel 2016 ci sarà un calo del 19% su 2015 grazie alla riduzione sulla prima casa) e che la tassa sui rifiuti è cresciuta del 50%. Nell'anno in corso, infine, le imposte sugli immobili e sui rifiuti cresceranno complessivamente dell'80% rispetto al 2011, passando da 15,4 miliardi a 27,8 miliardi di euro”.
Ovviamente, ogni Comune fa storia a sé e anche nell’ambito di una stessa provincia (la nostra non fa eccezione) le differenze sono marcate.
“Siamo consapevoli dei problemi che, in questi anni, hanno dovuto affrontare le amministrazioni locali – continua il presidente dell’Ascom – ma proprio perché ci troviamo a navigare a vista sullo stesso gommone, forse varrebbe la pena di avviare dei tavoli permanenti tra amministrazioni e categorie economiche che dovrebbero avere due obiettivi di fondo: da un lato semplificare e ridurre il peso e le incombenze legate al fisco e, dall’altro, valorizzare il territorio non solo per convincere nuove imprese ad insediarsi quanto piuttosto per riuscire a trattenere quelle che già sono presenti in una sorta di “premialità” che ne riconosca il valore sociale”.
In altre parole Bertin sembra suggerire che, per le amministrazioni, fare da sé non conviene non solo perché prevenire è meglio che curare, ma anche perché una valutazione “ex ante”, dove tutti avrebbero l’opportunità di dire la propria, eviterebbe gli strascichi, spesso polemici, che tra tassati e tassanti hanno popolato le cronache di questi anni.
“C’è bisogno di un nuovo rapporto – conclude Bertin – che ha molto a che vedere con il concetto a noi caro di “fare squadra” e che si tradurrebbe in una vera e propria “innovazione”. Perché l’innovazione non è solo quella legata alla tecnologia, è anche quella legata ai nuovi modi per avvicinare le istituzioni ai cittadini. E se c’è un’istituzione vicina ai cittadini, questa è quella comunale”.

 

Padova 18 aprile 2016