CENTRI COMMERCIALI: BENE IL RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO MA IL PRESIDENTE DELL’ASCOM, BERTIN, RACCOMANDA DI NON ABBASSARE LA GUARDIA: “EVENTUALI ALTRE APERTURE DELETERIE PER IL COMMERCIO CITTADINO”.
E VISTO CHE NON ARRIVERANNO FONDI STATALI NE’ PER LE PERIFERIE NE’ PER IL CENTRO (PADOVA 107^ SU 120 CITTA’ CAPOLUOGO), L’ASCOM PRONTA A METTERE A DISPOSIZIONE IL SUO KNOW HOW PER ATTINGERE AI FONDI EUROPEI PER IL RESTAURO DELLE MURA
“Se, come speriamo, il Consiglio di Stato accoglierà il ricorso del Comune di Padova avverso alla decisione del Tar del Veneto che “apre” ad una indiscriminata presenza di centri commerciali sul territorio comunale, il commissario Penta, al quale va il nostro sostegno e ringraziamento, avrà messo una pezza all’errore della passata amministrazione di non far votare il Piano del Commercio in consiglio comunale”.
Tira un sospiro di sollievo Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom, ma raccomanda di non abbassare la guardia perché all’orizzonte si profilano altre aperture, tutte con un unico denominatore: presidiare gli accessi alla città.
“Ed è qui – continua Bertin – che si deve concentrare l’attenzione dei padovani. Altri centri commerciali piazzati sulle direttrici d’accesso significa togliere ossigeno al commercio di vicinato e, di conseguenza, prefigurarne la scomparsa”.
A cominciare dai quartieri che, nello specifico, avrebbero potuto godere dei finanziamenti derivanti dal programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie previsti per le città capoluogo di provincia se, anche in questo caso, non si fosse sbagliato obiettivo finendo per confinare Padova al 107° posto su 120 città in lizza.
“Per quel che ci riguarda – continua Bertin – siamo soliti offrire la nostra collaborazione e la nostra esperienza”.
Eppure, a giudizio dell’Ascom, un progetto, ad esempio, sulla viabilità in grado di mettere in relazione i quartieri col centro sarebbe stato manna per migliaia di cittadini, soprattutto per le fasce più disagiate. Così come, sempre con riferimento ai quartieri, si sarebbe potuto investire su una loro riqualificazione.
Ma l’Ascom non dimentica neppure il centro. Prova ne sia il lavoro che, di concerto con l’Università, sta svolgendo nel cosiddetto “quadrilatero” compreso tra il Liston, via San Francesco, via Altinate e via Santa Sofia. E prova ne sia l’idea che, in qualche misura, intende sostenere il restauro delle mura cinquecentesche.
“Uno dei progetti cassati – conclude Bertin – riguardava le mura. Ebbene l’Ascom è pronta a mettere a disposizione il suo know how per fare in modo che per il restauro si possa attingere ai finanziamenti europei. Perché di una cosa siamo certi: l’errore è stato cercare di “forzare” il programma d’intervento, ma sulla validità del restauro delle mura, formidabile veicolo promozionale per il turismo e dunque per la città, non ci piove!”.
Padova 11 gennaio 2017