500 LICENZIAMENTI CHIESTI DAI SUPERMERCATI CARREFOUR.
BERTIN (PRESIDENTE ASCOM PADOVA): “UN’UTILE LEZIONCINA PER I NOSTRI AMMINISTRATORI CHE SI FANNO ABBAGLIARE DAGLI SPECCHIETTI PER ALLODOLE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE”
“Un’utile lezioncina per i nostri amministratori locali che credono che un supermercato sia la soluzione di tutti i loro problemi ed invece …”
Patrizio Bertin, da quando è presidente dell’Ascom, non ha lasciato passare mese che non sia intervenuto sul tema spinosissimo dell’apertura di nuove grandi strutture di vendita, avvertendo che, “un posto di lavoro nuovo nella grande distribuzione corrisponde a quattro posti persi (tra dipendenti e titolari) nell’arco di pochi anni nel commercio tradizionale”.
Per cui adesso che Carrefour Italia ha avviato la procedura di mobilità per i 500 esuberi che sono stati individuati nell’area ipermercati, al presidente dell’Ascom viene fin troppo facile dire “io l’avevo detto”.
“Ma non c’è nulla di cui rallegrarsi – è il suo amaro giudizio – perché questo è l’inizio della fine, nel senso che questo sarà il futuro di molte realtà sorte come funghi anche sul nostro territorio ed ora destinate ad eliminarsi a vicenda. Mi dispiace dirlo per i lavoratori che non hanno colpe, ma certe avvisaglie sono già presenti anche qui da noi. Eppure, nonostante i segnali siano chiari, continuiamo a registrare, con corollario di nostre inevitabili proteste, l’approvazione di nuovi insediamenti di grande distribuzione un po’ in tutta la provincia: nel comune capoluogo come nei centri dell’Alta e della Bassa Padovana”.
L’invito dell’Ascom alle amministrazioni municipali è semplice e diretto: non fatevi abbagliare dallo specchietto per allodole che si traduce in piste ciclabili, campetti di calcetto, palestrine e, soprattutto, tasse da introitare.
“Ai nostri amministratori – continua Bertin – continuiamo a fare sempre la solita raccomandazione che è poi anche la motivazione che ha spinto il management di Carrefour a prevedere i 500 licenziamenti: la perdurante difficoltà ed il calo di vendite generalizzato nel mercato italiano non autorizza, economicamente parlando, investimenti in tal senso. Nonostante questo, diabolicamente, si persevera”.
Un piano che si inclina sempre più e che, per l’Ascom, ha paternità precise.
“La politica delle liberalizzazioni – aggiunge Bertin – ha completamente fallito e anche chi aveva visto in questa deregulation un modo per aumentare il lavoro, ha dovuto, conti alla mano, ricredersi”.
Da qui l’invito finale.
“I negozi di vicinato – conclude Bertin – oltre che rappresentare un fattore economico di non poco conto, sono anche garanzia di vivibilità e contrasto del degrado al quale si va inevitabilmente incontro quando si spengono le luci del negozio sottocasa e si accendono quelle del grande iper che, una volta dismesso (ed è quello che Carrefour farà prossimamente) lascia nel deserto più totale intere aree a quel punto difficilmente riconvertibili se non a caro prezzo. Economico e sociale”.
Padova, 10 febbraio 2017