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IL NO DECISO DELL'ASCOM ALLA NUOVA ZONA COMMERCIALE DI CAMPOSAMPIERO

L’ASCOM DECISAMENTE CONTRARIA ALLA PROSPETTATA NUOVA ZONA COMMERCIALE DELIBERATA DALLA GIUNTA DI CAMPOSAMPIERO.
BERTIN: “L’ABRUZZO NON HA INSEGNATO NULLA E IL DEGRADO, SE IL PROGETTO ANDASSE IN PORTO, INVADERA’ IL CENTRO SENZA PIU’ VETRINE”
“Evidentemente l’Abruzzo non sta insegnando nulla e anche il tema della sicurezza evidentemente è affrontato in maniera più teorica che pratica”.”.
E’ un “pollice verso” su tutto il fronte quello che “clicca” il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin nei riguardi della delibera della giunta municipale di Camposampiero che ha deciso la trasformazione da artigianale-industriale a commerciale di un’area di 20mila mq all’ingresso della città antoniana.
“Ancora una volta – continua Bertin - in cambio di una rotatoria o, com’è successo in altri casi, di una palestrina o di un campetto di calcetto in sintetico, le amministrazioni comunali svendono il patrimonio ambientale mettendo a serio rischio l’assetto idrogeologico di un territorio già ampiamente cementificato e che non ha certo bisogno di ulteriori insediamenti. La giunta di Camposampiero, approvando un insediamento che, giocoforza, andrà a danno dei negozi del centro per i quali non è difficile prospettare tempi difficili, apre la strada allo spegnimento di tante vetrine preludio ad una desertificazione che è l’anticamera del degrado”.
E’ netta la posizione dell’Ascom anche nei confronti del metodo con cui vengono perseguiti obiettivi che non sono in linea né con la legge regionale (che prevede il recupero di aree degradate o dismesse), né con le esigenze dei cittadini e dell’economia.

“Non si capisce – continua il presidente dell’Ascom – perché quello che di solito è un rapporto di collaborazione suffragato da incontri e confronti, ogni volta che si tratta di dare il via ad un centro commerciale venga by-passato. Si dice che anche una rondine non faccia primavera e dunque figuriamoci se una telefonata possa avvallare l’idea che la trasformazione di un’area non di uno ma di 20mila mq da artigianale-industriale a commerciale possa piacere ai commercianti!”
“In pieno accordo col nostro presidente mandamentale Silvano Ruffato – continua Bertin – avvieremo ogni iniziativa che riterremo utile non solo per difendere il lavoro dei colleghi, ma anche per evidenziare i rischi che un insediamento come quello prospettato avrebbe sul territorio”.
Problemi di ordine ambientale (il Muson è lì a ricordare che più cemento significa meno assorbimento del terreno e dunque maggiori rischi di esondazione), ma anche di speculazione pura e semplice.
“La nuova zona commerciale – conclude Bertin – non sarebbe molto distante da un analogo insediamento. Quale sarebbe il senso di tutto questo? Che il grande scaccia il piccolo e avanti così fino a che, dei negozi che rendono vivibili nostri splendidi paesi non resterebbe più nulla?”.
Urge dunque un incontro tra amministrazione e categorie economiche. Ed è quello che lo stesso Ruffato ha già chiesto nella convinzione che si possa ancora contrastare un’ipotesi che l’Ascom non ritiene, in alcun modo, praticabile.


Padova, 31 gennaio 2017