MARCELLO CESTARO CONTRO LE APERTURE DOMENICALI.
BERTIN (PRESIDENTE ASCOM): “UNICOMM PIU’ VICINA A CONFCOMMERCIO CHE NON A FEDERDISTRIBUZIONE”
“Sembra un discorso più da Confcommercio che non da Federdistribuzione e di questo non posso che esserne soddisfatto”.
Non può che essere concorde Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom, con Marcello Cestaro, patron di Unicomm, uno dei gruppi della grande distribuzione “made in Veneto” che oggi, in un’intervista, non ha avuto remore nel dire che Mario Monti, “ha sbagliato a firmare il decreto che liberalizza gli orari dei negozi”, costringendo il mondo del commercio a lavorare di domenica e nelle altre feste comandate.
“Cestaro – spiega Bertin – dice esattamente le cose che noi, fin dal 2011, sosteniamo per dire che il decreto Monti ha creato solo problemi: per i piccoli ha voluto dire “chiusure” di esercizi, per i “grandi” ha significato “costi” in aumento. In sintesi: un dissatro”.
Non solo: la corsa a chi “apre di più” ha fatto vittime anche tra le grandi strutture di vendita, l’ultima delle quali la “Grancasa” di Villorba, in provincia di Treviso, che lascia a casa 24 dipendenti e si avvia a diventare l’ennesima, inutile, cattedrale nel deserto che ha sottratto territorio e lascia sul terreno un’immensa colata di cemento foriera di degrado.
“Il patron di Unicomm – continua il presidente dell’Ascom – riconosce che i soldi delle famiglie sono quelli che sono e se uno li spende la domenica vuol dire che non li ha spesi il sabato, ma il supermercato ha dovuto tenere aperto sia il sabato che la domenica con un evidente aumento di costi”.
Una posizione, quella di Cestaro non dissimile da quella espressa più volte da Francesco Canella dei supermercati Alì, anch’egli favorevole ad un numero limitato di aperture domenicali.
“Senza contare – aggiunge Bertin – che Confcommercio ha già firmato da tempo il contratto con soddisfazione delle imprese e dei lavoratori mentre invece Federdistribuzione continua pervicacemente a rinviare”.
Atteggiamenti estremisti, sorta di “o tutto o niente”, che non appaiono funzionali alla grande distribuzione legata al territorio.
“Evidentemente – continua Bertin – l’obiettivo delle multinazionali è quello di mettere all’angolo i negozi di vicinato ma anche la grande distribuzione “autoctona” che invece è ben disposta verso la mediazione, anche perchè la mediazione sugli orari prevederebbe 12 domeniche di chiusura che comunque sarebbero poche ma che consentirebbero ai negozi dei centri storici di svolgere la loro funzione sociale oltre che economica”.
Piena condivisione anche sulla necessità che, per smuovere un governo un po’ “tiepido” (per usare un eufemismo) siano le Regioni a prendere il toro per le corna.
“Anche su questo – precisa il presidente dell’Ascom – siamo d’accordo con Cestaro e, per quanto ci riguarda, abbiamo avuto la più ampia disponibilità da parte dell’assessore regionale Roberto Marcato che non ha mai fatto mistero di essere sulle nostre posizioni”.
Il dado comunque è tratto.
“Sia come sia – conclude Bertin – è evidente che nel nostro territorio esistono sensibilità molto affini. Dobbiamo fare squadra ed è per questo che a Cestaro e Canella chiedo, pur nella diversità di vedute, di fare massa critica comune per far sì che le domeniche tornino ad essere, per i commercianti dei negozi di vicinato e per i lavoratori dei supermercati, un giorno di sacrosanto riposo”.
Padova 23 maggio 2017