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ECCO COME RIVITALIZZARE PIAZZA EREMITANI ATTRAVERSO L'ARTE

IL PRESIDENTE DELL’ASCOM, PATRIZIO BERTIN, CHIEDE DI RIDARE VITA, ATTRAVERSO L’ARTE, AD UN’AREA FRA LE PIU’ IMPORTANTI (E, PURTROPPO, ABBANDONATE) DELLA CITTA’.
“PENSO AD UNA MONTMARTRE IN CHIAVE PADOVANA SOTTO L’EGIDA DI GIOTTO, MANTEGNA E GUARIENTO”
“Uno spreco ed anche un’offesa nei confronti di uno dei luoghi più caratteristici e significativi della storia e della cultura dei padovani”.
Il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, prende le parti di piazza Eremitani “una delle zone più belle della città, colpevolmente abbandonata a se stessa” per reclamare, nei confronti di chi si candida a governare la città, una progettualità che, per ora, manca totalmente.
“Siamo all’assurdo – continua il presidente dell’Ascom – di rimpiangere quando la piazza era un parcheggio. Era sì uno sfregio ai monumenti che la circondano (Cappella degli Scrovegni, Arena e Chiesa degli Eremitani, oltre alla vasta area museale), ma almeno la vita vi scorreva. Adesso siamo nell’abulia più totale se si escludono le 5 settimane del periodo natalizio quando la piazza, da qualche anno a questa parte, diventa la sede del “Villaggio di Babbo Natale”.
Eppure dai tempi del parcheggio, di acqua ne è passata sotto i ponti.
“A cominciare dal rifacimento di via Porciglia – continua Bertin – un progetto voluto dall’Ascom e premiato a livello nazionale ma in qualche modo “monco” proprio perchè la piazza non offre un “respiro” di città e dunque non riesce a collegare i parcheggi con l’asse centrale che, nel progetto che riteniamo debba comunque essere completato, prevede di affiancare al Liston e via Roma anche via degli Zabarella e del Santo”.
“Location” improvvisata ed improvvida di qualche mercatino di dubbia qualità, piazza Eremitani avrebbe invece l’ambizione di diventare una zona ad alto tasso di richiamo.
“Chi ha cominciato ad avere i capelli bianchi – sottolinea il presidente dell’Ascom – non avrà difficoltà a ricordare il “movimento” che c’era in piazza Eremitani quando la Cassa di Risparmio gestiva lì l’esattoria. Ora che Palazzo Foscarini è tristemente vuoto, la sua vocazione di catalizzatore potrebbe ritornare ad essere un punto di forza se solo potessero venire realizzate alcune idee che in questi anni sono state evidenziate”.
Si era parlato, per quegli spazi, di auditorium e di trasferimento del conservatorio e non per nulla uno dei “sensi” che individuano il progetto Ascom – Università del “Quadrilatero”, punta proprio sull’”udito” e dunque sulla musica.
Per cui, l’arte.
“Ma non solo musica – continua Bertin –. Quale migliore spazio per creare una sorta di “Montmartre”in chiave padovana dove prevedere, in maniera permanente, la presenza di artisti noti o alla ricerca di notorietà della pittura e della scultura sotto l’egida dei grandi (Giotto, Mantegna, Guariento) che, in quell’area, hanno lasciato un’eredità che noi abbiamo il dovere di valorizzare se vogliamo che Padova diventi, in termini di turismo, uno dei luoghi imprescindibili nel circuito delle maggiori città d’arte italiane”.


Padova 28 aprile 2017