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L’ASCOM PLAUDE ALLA BOCCIATURA DEL RADDOPPIO DELLE “CENTURIE”

UN INVITO PRESSANTE A TUTTI I CONSIGLIERI COMUNALI PERCHE’ NON AVVALLINO DECISIONI CHE SONO SEMPRE “POLITICHE”. 
IL CASO DI MONTERONI DI LECCE DOVE UN’AREA DI COMPLETAMENTO E’ TORNATA AD ESSERE (CON SENTENZE DEL TAR E DEL CONSIGLIO DI STATO) AREA VERDE 

La bocciatura da parte del consiglio comunale di San Giorgio delle Pertiche dell’ampliamento del centro commerciale “Le Centurie” viene accolto con grande soddisfazione dall’Ascom.“Grande soddisfazione – precisa il presidente Patrizio Bertin – che però non significa che non continueremo ad essere vigili dal momento che troppe volte abbiamo dovuto assistere a “rilanci” che, per fortuna, non ci hanno mai colti di sorpresa”.Dunque, resta alta la vigilanza (soprattutto a cavallo di ferragosto, stagione privilegiata per i “blitz” comunali in materia urbanistica) e continua, su tutti gli altri fronti, la battaglia per non far decollare nuovi centri commerciali che, per l’Ascom, oltre che consumare territorio, sfregiano l’arte e la storia (com’è il caso del Castello del Catajo) e danneggiano l’economia.“Siamo particolarmente soddisfatti per San Giorgio delle Pertiche – continua Bertin – perché qualche ora prima del consiglio comunale una nostra delegazione aveva incontrato il sindaco Prevedello raccomandandogli di non procedere ulteriormente in un progetto che non avrebbe avuto nessun vantaggio per la collettività”.
Al colloquio col sindaco  Prevedello e con l’assessore Catia Zorzi, poi raggiunti dal presidente del consiglio comunale, Enrico Libralon, si erano presentati il vicepresidente Michele Ghiraldo ed il direttore Otello Vendramin.“Al sindaco – ha detto Ghiraldo – abbiamo messo in evidenza come il raddoppio del centro sarebbe stato un assurdo economico che avrebbe condizionato pesantemente il commercio di vicinato. E mettere in difficoltà i piccoli negozi che animano i nostri centri urbani, oltre che finire per far perdere posti di lavoro, avrebbe significato aprire le porte alla desertificazione e al degrado”.
Di sicuro, sulla decisione del consiglio comunale di San Giorgio delle Pertiche ha influito la presa di posizione non solo dei consiglieri di opposizione ma anche di quelli della maggioranza. “Ed è nei confronti dei consiglieri comunali di tutti i comuni interessati – continua Bertin – che stiamo facendo “pressing” in maniera che prendano coscienza del loro ruolo e dell’importanza di un voto che non può essere acritico”.
Una strategia non nuova, a dire il vero.
In principio, infatti, fu Monselice.“Quando nel maggio del 2015 abbiamo manifestato prima davanti al municipio e poi in consiglio comunale – ricorda il presidente dell’Ascom – siamo riusciti a condizionare un paio di consiglieri della maggioranza determinando, come logica conseguenza, il ritiro del provvedimento”.Stessa tecnica usata da Bertin nei confronti dei consiglieri comunali di Due Carrare ai quali, nei giorni scorsi, ha inviato una “lettera aperta” che li invita a valutare con molta attenzione una decisione che, in verità, è superata dai tempi.In effetti, considerare ancora attuale un progetto che ha visto la stessa proprietà lasciarlo dormiente per più di 5 anni per poi chiedere una variante sicuramente peggiorativa per la collettività, è quanto meno dubbio.“Il problema – continua Bertin – è indubbiamente ed esclusivamente politico e la storia delle “mani legate” da precedenti decisioni trova il tempo che trova”.Soprattutto alla luce di quanto è avvenuto a Monteroni di Lecce, un paesino della penisola salentina, dove il comune aveva approvato un Prg che destinava a verde privato un’area destinata dai precedenti strumenti di pianificazione a zona di completamento. L’opposizione al Tar prima e al Consiglio di Stato poi da parte del proprietario si è risolto con un nulla di fatto dal momento che i magistrati amministrativi hanno sentenziato che “all’interno della pianificazione urbanistica possono trovare spazio anche esigenza di tutela ambientale ed ecologica … per mantenere un equilibrato rapporto tra aree edificabili e spazi liberi”.In buona sostanza: finchè non si è costruito, il comune ha il diritto di ritornare sulle proprie decisioni.“A Monteroni, dove la sentenza non era affatto scontata – conclude Bertin - hanno avuto il coraggio di farlo. E da noi?”

PADOVA 3 AGOSTO 2017