A TRE MESI E MEZZO DALL’IPOTIZZATA ENTRATA IN VIGORE, LA FATTURA ELETTRONICA PER I CARBURANTI RESTA ANCORA AVVOLTA NELLE NEBBIE.
A TREVISAN (PRESIDENTE AGENTI DI COMMERCIO): “CI PREOCCUPA SOPRATTUTTO LA POSSIBILITA’ DI NON RIUSCIRE A DEDURRE I COSTI”
Sembra se ne stiano accorgendo.
Sembra cioè che ai piani alti dell’amministrazione finanziaria ci sia stia rendendo conto che l’introduzione della fattura elettronica per i rifornimenti di carburante non è cosa né semplice né facile.
Soprattutto se si pensa di partire, come prevede la norma introdotta nella legge di bilancio, il prossimo 1° luglio.
Un argomento, quello della fatturazione elettronica dei carburanti, che nelle scorse settimane ha convinto benzinai e agenti di commercio dell’Ascom Confcommercio di Padova a realizzare addirittura un flash mob in un impianto di Abano Terme per dire che di “burocrazia creata dalla fatturazione elettronica” magari non si muore, ma di sicuro si va incontro a costi esorbitanti.
“Le notizie che ci arrivano da Roma – commenta Carlo Trevisan, presidente degli agenti di commercio dell’Ascom Confcommercio di Padova – parlano di difficoltà soprattutto in ordine alla deducibilità dei costi. Già l’amministrazione, nel corso di questi anni ed espressamente per ciò che ci riguarda, ha provveduto a ridurre progressivamente la deducibilità degli stessi, se adesso ci si mette pure la fatturazione elettronica ad impedire che in bilancio vadano costi effettivi per noi sarà sempre più dura”.
Critica la situazione anche per chi ha un consistente parco macchine che, in linea teorica, dovrebbero poter disporre di una moneta elettronica per ciascun veicolo.
“Non sono poche le imprese nostre associate che presentano un’organizzazione di questo tipo e se così fosse – interviene il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin – la proliferazione delle “tesserine” sembrerebbe più un “aiuto di Stato” nei confronti delle banche che non una strategia per ridurre l’evasione”.
Intanto nei piani alti dell’amministrazione finanziaria, visto che la scadenza si avvicina, non disdegnano di valutare anche un “piano B” che consisterebbe nella più classica delle soluzioni “all’italiana”: un regime transitorio in modo da rendere l’accesso un po’ meno traumatico all’e-fattura per i rifornimenti di carburanti .
“Si vocifera – spiega Paolo Padoan, leader dei benzinai padovani dell’Ascom Confcommercio – che potrebbero esserci sei mesi durante i quali, assieme alla fattura elettronica, rimarrebbe in campo anche la scheda carburante”. Una sorta di convivenza per permettere, soprattutto ai piccoli operatori, di adeguarsi con meno angoscia alla novità e anche per consentire di adeguare i sistemi interni di gestione, archiviazione e conservazione delle fatture in formato elettronico.
Fatta dunque la fotografia alle difficoltà, non resta che guardare anche alle cose che, da qui al 1° luglio, potrebbero effettivamente entrare in funzione.
E qui, pur semplificando molto una questione che semplice non è affatto, sembra che si vada verso un meccanismo in grado di far partire in tempo reale l’e-fattura al momento in cui si paga il pieno di benzina o diesel con carte di credito, di debito o bancomat.
“Ne parleremo nei prossimi giorni nel corso di un incontro che avremo a Bolzano – conclude Trevisan che è coordinatore triveneto nonchè vicepresidente nazionale della Fnaarc, l’organizzazione degli agenti e rappresentanti della Confcommercio – ma una prima obiezione che mi sento di avanzare è che il sistema, così come viene annunciato, prevedrebbe l’emissione della e-fattura in automatico. Ottima cosa per i colleghi benzinai che eliminerebbero il problema dei tempi richiesti per emettere la e-fattura, ma noi di quante fatture dovremmo caricarci nel corso di un anno visto che l’auto, e dunque i carburanti, sono il nostro pane quotidiano?”.
Per dirla col Manzoni: “Ai posteri l’ardua sentenza”, ma l’impressione è che, in un Paese dove tutti i partiti promettono una lotta senza quartiere alla burocrazia, la burocrazia non faccia altro che aumentare.
“D’altra parte – chiosa il presidente Bertin – già Churchill aveva detto che per sconfiggere l’Italia bisognava bombardare le fabbriche dei timbri, non quelle che producevano le armi!”
Padova 15 marzo 2018