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AIRBNB: PER L’ASCOM NECESSARIO CONTRASTARE CON DECISIONE ABUSIVISMO E CONCORRENZA SLEALE


IN PROVINCIA DI PADOVA SONO 1.367 GLI ALLOGGI PRESENTI SUL PORTALE DI AIRBNB E SONO ADDIRITTURA 820 QUELLI PRESENTI SOLO IN CITTA’
Per certi versi il dato raccolto da Federalberghi Confcommercio non può non impressionare: nella sola città di Padova, se si guarda agli annunci italiani presenti sul portale Airbnb nello scorso mese di agosto, risultano disponibili per quelli che vengono definiti “affitti brevi” qualcosa come 820 alloggi. In tutta la provincia il numero sale alla considerevole cifra di 1.367.
“Bastano questi numeri – commenta la presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom, Monica Soranzo – per giustificare la nostra richiesta di un intervento urgente volto a contrastare con decisione il dilagare dell’abusivismo e della concorrenza sleale”. 
Si diceva: annunci.
Il che non significa che tutti i 1.367 alloggi abbiano le necessarie autorizzazioni come è altrettanto chiaro che in questo numero non sono compresi quegli alloggi che il presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin, non più tardi di qualche settimana fa metteva nel mirino perché “non sempre destinati ad accogliere turisti ma, come hanno ben documentato anche recenti azioni delle forze dell’ordine nell’area di via Bernina, a Padova, anche spacciatori”. 
Del tutto autorizzati, “border line” o “off line” che siano, resta comunque il fatto che la sola indagine sul portale di Airbnb segna per gli alloggi in affitto breve della nostra provincia una crescita del 56,05% rispetto ad agosto 2016, quando ad essere pubblicizzati erano soltanto 876 alloggi. 
Ma scendiamo più nel dettaglio.
Degli annunci presenti su Airbnb.it, 825 (ovvero il 60,35%) sono riferiti ad interi appartamenti;  ben 930 (cioè il 68,03%) sono disponibili per più di sei mesi; e 839 (61,38%) sono gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio.
“Dati che confermano – sostengono all’Ascom – che non è vero che si tratta di forme integrative del reddito: sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi”. 
“Come non è vero – incalza Soranzo - che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno.  E non è vero nemmeno che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno”.
Ma la cosa che più infastidisce la presidente degli albergatori dell’Ascom è che un certo “racconto” sugli affitti brevi vorrebbe che le nuove formule compensassero la mancanza di offerta quando invece è piuttosto palese che gli alloggi presenti su Airbnb siano concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali. 
La conseguenza è che il consumatore risulta ingannato due volte: viene tradita la promessa di vivere un’esperienza autentica e vengono by-passate le norme poste a tutela del cliente, dei lavoratori, della collettività, del mercato. 
“Senza contare – sottolinea il presidente Bertin – (ma noi vogliamo sottolineare proprio questo aspetto) che c’è un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”. 
Superfluo pertanto sottolineare la necessità dell’istituzione del registro nazionale degli alloggi turistici e l’adozione di misure che pongano un argine allo spopolamento dei centri storici. 
Ben venga dunque, per l’Ascom di Padova, il disegno di legge presentato dall’assessore regionale Caner che prevede che gli alloggi in locazione turistica siano conformi alle prescrizioni urbanistiche, edilizie, igienico-sanitarie  e alle norme per la sicurezza degli impianti.
“Però – concludono all’Ascom - sarà soprattutto il codice identificativo dell’alloggio (da riprodurre anche sui siti internet e che Airbnb avversa con ogni mezzo compresi i ricorsi ai tribunali amministrativi) a determinare lo spartiacque tra autorizzati e non autorizzati in modo così da garantire la vigilanza sulle locazioni turistiche.

Padova 25 settembre 2018