IL PRESIDENTE BERTIN: “IL MALE PEGGIORE E’ PROCRASTINARE NEL TEMPO SCELTE CHE POTREBBERO FAVORIRE GLI INVESTIMENTI”
“Il vicesindaco Lorenzoni non si può dire manchi di fantasia e di visioni sul lungo periodo. Se la stessa “verve” la mettesse anche sul breve saremmo la città più felice del pianeta”.
Patrizio Bertin prende alla larga e con quel tanto che basta di ironia la proposta del park in zona ovest avanzata dal vicesindaco.
“Tra un progetto di funivia fino alla Zip – continua Bertin - e parcheggi ben dotati di posti purchè non vicini al centro, il vicesindaco sembra voler evitare con ogni mezzo che si possa realizzare il parcheggio alla ex caserma Prandina”.
E a Bertin questo dispiace se non altro perché gli sembra di scorgere, a fronte di una Padova che sta pensando realmente in grande (l’arrivo di Philip Rylands per gli Eremitani è l’ultimo caso, in ordine di tempo, dell’impegno per fare della città una meta turistica di rilevanza europea), un’altra che, spinta da un “ambientalismo senza se e senza ma”, trovi nell’auto privata il bersaglio privilegiato.
“Io non dico che un parcheggio nell’area di via Annibale da Bassano – continua il presidente dell’Ascom – sia una cosa brutta in assoluto. Magari fra un tot di anni quell’area farà parte di un centro cittadino allargato. Dico solo che richiede investimenti e tempi almeno di medio periodo e, soprattutto, non soddisfa l’esigenza di avere parcheggi a ridosso del centro come hanno tutte le città (si pensi a Verona, a Bolzano, alla stessa Milano, ecc.) che sono gli unici in grado di sostenere il commercio considerato che i parcheggi scambiatori non sono appetibili per chi, nonostante i centri commerciali e nonostante l’e-commerce, vorrebbe poter comprare nei negozi cittadini. E nel frattempo? Perché non puntare sull’ex Prandina che, in pochi giorni di sperimentazione, ha riscosso il giudizio favorevole di tutti o, quanto meno, di quelli che non sono pregiudizialmente contrari alle auto?”
Bertin dunque rilancia sulla necessità che di un confronto depurato dell’ideologia e attento allo sviluppo cittadino.
“Il male peggiore – conclude – è procrastinare nel tempo scelte che potrebbero essere già fatte adesso e che avrebbero il grande pregio di convincere gli investitori che Padova è una città che non ha paura di progettare il proprio futuro senza però far finta di non considerare le difficoltà del presente”.
Padova 11 gennaio 2019