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ASCOM PADOVA: NO AL NUOVO SISTRI


APPENA ABOLITO, IL SISTRI (SISTEMA DI TRACCIAMENTO DEI RIFIUTI SPECIALI) RISCHIA DI RITORNARE. E CON ESSO NUOVI COSTI E NUOVA BUROCRAZIA PER LE IMPRESE.

BERTIN (PRESIDENTE ASCOM CONFCOMMERCIO PADOVA): “COLPO DI CODA DELLA BUROCRAZIA CHE SI AUTOALIMENTA”
E’ uscito dalla porta ma rischia di rientrare dalla finestra. 
Non si è ancora spenta l’eco dei commenti favorevoli al suo smantellamento che il Sistri, il sistema di tracciamento dei rifiuti speciali, nato nel 2010 ma mai entrato pienamente in vigore, sembrerebbe pronto a fare la sua ricomparsa sotto mentite spoglie.
"Abbiamo accolto la sua abolizione – è il giudizio di Patrizio Bertin, presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – con grande soddisfazione perché è finito uno degli sprechi di maggiore proporzione nella storia della gestione dei rifiuti speciali”.
Mai entrato in funzione il Sistri è comunque costato alle imprese 141 milioni di euro dal 2010 ad oggi sotto forma di diritti e costi per iscrizioni, adeguamenti tecnologici, aggiornamenti per i mezzi e per il personale. Non solo: norme cervellotiche, sanzioni prima sospese, poi riattivate, quindi nuovamente sospese, esenzioni, eccezioni, nuovi obblighi hanno dannato l’anima a quelle aziende che, nel corso di questi lunghi 8 anni, hanno avuto a che fare col Sistri.
"Pur essendo sempre stati a favore di una tracciabilità dei rifiuti efficace – ribadisce Bertin - siamo contrarissimi alla riproposizione di un nuovo Sistri”. 
Purtroppo però questa ipotesi sembrerebbe prendere corpo in base ad un emendamento al decreto legge semplificazioni che istituirebbe un registro elettronico con diritti di segreteria e contributi annuali a copertura del suo funzionamento al quale dovrebbero iscriversi tutti i soggetti che raccolgono, trasportano, trattano o producono rifiuti pericolosi pena pesanti sanzioni. 
"Un nuovo sistema di tracciabilità che, per come è configurato – spiegano all’ufficio ambiente dell’Ascom - riproporrebbe però tutte le criticità del vecchio Sistri in termini di disfunzionalità e di aggravi di costi e di oneri amministrativi e gestionali per le imprese".
 "Siamo di fronte  – conclude Bertin – all’ennesimo colpo di coda della burocrazia che non la smette di autoalimentarsi. Per parte nostra, oltre che chiedere l’immediato ritiro dell’emendamento, sosteniamo l’esigenza che siano le associazioni imprenditoriali e l'Albo Gestori a definire una nuova tracciabilità dei rifiuti davvero efficace, in grado di combattere le ecomafie e smettendola di gravare di nuovi e ingiustificati costi le imprese virtuose”.


Padova 22 gennaio 2019