AMAZON: PER IL PRESIDENTE DELL’ASCOM CONFCOMMERCIO DI PADOVA, PATRIZIO BERTIN, E’ SOLO CONCORRENZA SLEALE DETERMINATA DAL QUASI NULLO PRELIEVO FISCALE.
“SENZA REGOLE (E DUNQUE SENZA TASSE) CHIUDERANNO I NEGOZI, MA ANCHE GLI OSPEDALI, LE SCUOLE …”
Chissà se mai l’Italia potrà avere, nella nuova Commissione Europea di Ursula von der Leyen, il commissario alla concorrenza.
“Ma la cosa sarebbe oltremodo importante se non altro perché sotto la lente della concorrenza c’è anche Amazon”.
Ed il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin, pur non ravvisando nel colosso mondiale dell’e-commerce, il “male” tout court, è convinto che lo strapotere di Bezos vada mitigato.
“Niente di meglio dunque – afferma - che alla guida della concorrenza ci sia un italiano, ovvero il rappresentante di uno di quei Paesi che dall’e-commerce non ricavano il becco di un quattrino, o comunque che incassano ben poca cosa rispetto ai volumi che Amazon sviluppa anche grazie ad un “racconto” che la vuole come la paladina dei consumatori ma che, in verità, non lo è affatto”.
Non solo perché, come ha confermato l’apertura di un’indagine da parte della commissaria Ue, Verstagen, c’è il sospetto che l’azienda utilizzi i dati a sua disposizione per ottenere vantaggi concorrenziali sui venditori che usano la sua piattaforma, ma anche perché non c’è sistema più inquinante del business messo in piedi da Bezos (quanti imballaggi? quanti furgoni in giro per le città?), “ma soprattutto – incalza Bertin - non è assolutamente vero che Amazon crei posti di lavoro, semmai li distrugge perché determina la chiusura di moltissimi negozi con la conseguenza, questa sì reale, di mandare per strada non solo i dipendenti di quegli esercizi ma anche gli stessi titolari”.
D’altra parte, se persino al G7 di Biarritz si è sentita l’esigenza di affrontare in termini più pressanti la questione della web tax, vuol dire che gli Stati cominciano a preoccuparsi seriamente di cosa significhi non disporre più delle entrate determinate dalla tasse e dalle imposte pagate dagli esercizi commerciali.
“A fronte di un vantaggio indubbio per il singolo – analizza il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – ci sono i servizi che vengono a mancare. Amazon fa prezzi concorrenziali, ma li fa perché il suo contributo alla collettività è praticamente nullo”.
Detta diversamente: se il comparto del commercio verrà messo fuori gioco dalla logica dell’e-commerce “esentasse”, finirà che a chiudere non saranno solo i negozi, ma chiuderanno gli ospedali, le scuole, le stazioni dei carabinieri e della polizia.
“Questo non significa che noi si sia contro la modernità – osserva Bertin – ma che si sia per regole uguali per tutti questo sì”. E regole uguali per tutti significa pure responsabilità sui prodotti venduti.
“Quando un commerciante vende un prodotto – spiega il presidente dell’Ascom Confcommercio – si assume la responsabilità di quanto ha venduto. Amazon, per espressa dichiarazione, non fa nulla di tutto questo. E questo non è accettabile”.
Sarà sempre così?
“Spero di no – conclude il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova – e la speranza viene suffragata dal fatto che Apple se l’è vista brutta per una multa multimiliardaria dell’Unione Europea, poi comunque diventati 14 miliardi di dollari di tasse arretrate pagate all’Irlanda e Google è finita sotto la lente della Ue che gli ha comminato una multa da 6,7 miliardi di euro per abuso di posizione dominante. Senza contare i danni che, ad esempio, le aziende del web (Facebook in testa) avranno con la legge europea sul copyright. Perché mai, dunque, Amazon dovrebbe essere esente da tutto questo?”
Padova 2 settembre 2019